Repubblica del Congo: le presidenziali del 21 marzo e la crisi

Il presidente Sassou-Nguesso succederà a se stesso, si prospetta quindi un voto senza sorprese. L’opposizione si presenta in ordine sparso e con scarse speranze, oltre ad una recessione democratica il paese è in preda a una forte recessione economica, a causa del calo del prezzo del petrolio e della crisi sanitaria. 

Questo 2021 dieci paesi africani andranno alle urne e alcuni dei capi di stato che si presenteranno sono al potere da più di 30 anni. Uno di questi è proprio Sassou-Nguesso, politico e militare della Repubblica del Congo che si appresta a vincere le elezioni programmate per il 21 marzo, 5 anni dopo la sua discussa rielezione nel 2016. Senza sorpresa il suo partito (il partito congolese del lavoro) lo ha indicato come suo candidato alle elezioni. Pochi osservatori avevano creduto alla finta guerra per la successione di Sassou-Nguesso scoppiata nel 2019 all’interno del suo partito. Una battaglia che non aveva fatto i conti con la volontà dell’anziano leader di guidare un altro mandato e di voler essere insostituibile alla guida del paese. 

Dal 1979 al 1992, poi dal 1997 con la sola eccezione quindi delle prime elezioni libere del paese (1992), il potere in Congo porta il nome suo e del suo partito, attorno al quale gira un’opposizione divisa, addomestica, imprigionata, o costretta all’esilio quando è forte e decisa.

In prossimità delle elezioni presidenziali del 97 scoppiarono scontri armati e si assistette a un tutti contro tutti per la conquista del potere, con varie milizie armate pronte a colpire i civili commettendo una serie di crimini contro l’umanità. Venne deciso, in quelle drammatiche circostanze, per mettere fine alla guerra, il ricorso all’appoggio all’ex-presidente. 

Il risultato che si prospetta alle prossime elezioni sembra scontato, come quello delle elezioni del 2016, ufficialmente vinte dal presidente in carica, ma fortemente criticate dall’opposizione e dall’opinione pubblica africana e mondiale. L’ex candidato Jean-Marie Michel Mokoko, 73 anni, ex capo di stato maggiore dell’esercito, era il suo principale rivale e sarebbe stato il vero vincitore di quel voto, avvenuto dopo la contestatissima Riforma Costituzionale 2015, che permette a Sassou di superare il vincolo dei mandati. Per non aver accettato la sua vittoria, Jean-Marie Michel Mokoko è stato condannato a 20 anni di carcere, con l’accusa di aver messo in pericolo la sicurezza dello Stato. Si trova tuttora in prigione, nonostante gli appelli dei partiti dell’opposizione e gli sforzi di molti organismi di difesa dei diritti umani. L’opposizione si presenta frammentata, con candidature logorate e deboli, che riflettono il problema della giovane democrazia congolese: il mancato rinnovamento della classe dirigente, la mancanza di visione alternativa. 

Ma il Congo deve anche affrontare una grave recessione economica iniziata nel 2015 con il crollo del prezzo del petrolio e l’inizio della crisi del debito. Negli ultimi anni il paese conosce una crescita esponenziale della povertà e le condizioni di vita delle persone vacillano con un potere d’acquisto logorato dalla crisi del covid-19, che mette in crisi la società congolese colpendo duramente la già indebolita economia e il sistema sanitario. 

Secondo l’indice di sviluppo umano dell’Onu il Congo si piazza al 149° posto su 189 nazioni. 

Le risorse congolesi sono state mal distribuite durante gli anni, con una piccolissima minoranza al potere che se ne è appropriata, esportando all’estero ingenti capitali e lasciando la popolazione con bisogni primari insoddisfatti, senza i servizi sociali essenziali e senza lavoro. Il Congo è ricco, ma i congolesi sono sempre più impoveriti. 

Il 15 agosto scorso il Congo ha celebrato i 60 anni d’indipendenza, ma c’è poco da festeggiare. Nell’anno in corso il paese dovrà fronteggiare due sfide: la pace civile e, ancora più impegnativa, la rifondazione della sua economia, per renderla trasparente, equa e inclusiva a beneficio di tutti, a cominciare dai più poveri. 

Vittoria Rossi

Da: NIGRIZIA ANNO 139 N°2 – FEBBRAIO 2021 

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