Per continuare a non dimenticare

Claudio Miccoli


Il Mattino – Lunedi 2 Ottobre 1978
Raid fascista a Napoli
Studente in fin di vita
 ...I fascisti sta volta hanno colpito a Napoli: un ragazzo di 20 anni è in coma al Cardarelli, un altro è stato ferito al capo con colpo di spranga...
Davanti al cinema Odeon l'hanno... colpito con violenza bestiale con bastoni... 

Quest’articolo del giornale Mattino parla di un ragazzo in coma a soli 20 anni dopo una brutale aggressione. Ma chi era quel ragazzo che nel 1978 fu trasferito d’urgenza all’ ospedale Cardarelli di Napoli?

Quel ragazzo di 20 anni in coma al Cardarelli si chiamava Claudio Miccoli. Era un giovane ventenne napoletano, ambientalista e pacifista nonviolento, militava nel WWF, di cui era consigliere regionale.

Morì a vent’anni andando incontro a una squadra di neofascisti armati di bastoni e di coltelli. Questo gruppo di giovani esaltati avevano aggredito pochi minuti prima un altro ragazzo in una pizzeria di Napoli.

Era la sera del 30 settembre a piazza Sannazaro quando Claudio, da solo e armato unicamente delle sue parole, andò incontro a loro, che seminavano panico e feriti, per domandare le ragioni della loro violenza.

Egli cercava il dialogo: un semplice gesto di pace che, unito alla “colpa” di portare barba e capelli lunghi, bastò a scatenare la furia dei suoi assassini, che gli sfondarono il cranio a bastonate.

Morì dopo sei giorni di agonia, il 6 ottobre del 1978, non senza aver prima espresso il desiderio di donare ad altri i suoi organi (due persone hanno potuto riacquistare la vista grazie a lui).

Non aveva nessuna tessera di partito in tasca, era solo ragazzo impegnato nel Consiglio Direttivo campano del W.W.F.

 

(Claudio Miccoli, 3 agosto 1958- 6 ottobre 1978)

Claudio diceva sempre: “Gli animali sono migliori di noi esseri umani, uccidono solo per fame”.

Questo giovane di idee ne aveva tante, ed era schierato per diffonderle: schierato per la natura e il rispetto per l’ambiente con tutte le sue forme di vita; schierato per una politica intesa nella sua valenza positiva di miglioramento della vita di tutti, scevra da interessi particolaristici; schierato per la pace (Comitato Claudio Miccoli 2009).

Inoltre amava la poesia, infatti è spesso ricordato con una poesia tratta dal suo diario, dal titolo, emblematico “Non scacciatemi”.

 Non ho tirato pietre al mio nemico
 per fargli del male, ma perché
 pensavo che quello
 volesse giocare con me.
 
 Non ho lottato perché volevo lottare,
 ma perché mi ci avete costretto.
 Non ho colpito perché volevo colpire,
 ma perché sono stato colpito. 
 
 Io che non volevo colpire,
 sono stato colpito! Non volevo
 lottare, e ho dovuto farlo.
 
 Non ho vinto perché volevo vincere,
 ma perché mi avete sconfitto:
 perché la più bella vittoria,
 per chi non vuole combattere,
 è non lottare proprio.
 
 
 Poesia di Claudio Miccoli
 Domenica, 4 giugno 1978 
 
 

Sembra quasi che con questa poesia il ventenne sia riuscito ad anticipare il suo triste “destino”.

Perché un ragazzo di 20 anni deve rischiare così la vita?

In un interessante colloquio al padre di Claudio, mentre stava al Cardarelli ed il figlio era ancora in coma, viene chiesto il motivo che spinge questi giovani ad agire così.

Zeno Miccoli risponde:

…C’è una differenza profonda nel modo di fare politica tra la mia e la sua generazione.

Questi giovani vivono tutto con maggiore drammaticità….

Forse è perché non hanno lavoro, passano la loro giornata in mezzo alla strada, nel bar, senza prospettive…

Mercoledi, 4 ottobre 1978.

Per l’appunto di storie drammatiche e violente ce ne sono fin troppe e proprio per questo è importante promuovere una cultura di pace e nonviolenza a cui tanto teneva anche Claudio.

Infatti è così che l’Associazione Claudio Miccoli spiega perché si è costituito il Comitato Claudio Miccoli nel 1998:

-Per riaffermare, nel nome di Claudio, i valori nei quali credeva e per i quali sacrificò la sua giovane vita, perché le sue idee non muoiano con lui, “affinché – come si legge in un appello di quell’anno alle Istituzioni firmato da più di diecimila persone – si radichino nella memoria storica della cittadinanza non solo la ripulsa e lo sdegno per quell’assurdo episodio di intolleranza, ma anche e soprattutto i valori universali della nonviolenza, della solidarietà e della civile convivenza” –

Ormai sono passati oltre 40 anni dalla morte di Claudio Miccoli ma il suo ricordo deve restare vivo. Il compito di ricordarlo spetta a tutti coloro che vogliono diffondere la cultura della nonviolenza. Claudio vive nell’impegno per la natura e l’ambiente, per la pace, la nonviolenza, la solidarietà.

                    www.associazioneclaudiomiccoli.it

Giada Alagic

Condividi su Facebook

Articoli recenti:

Richiesta di ammissione a socio

Modulo da compilare in ogni sua parte.
Una volta inviato riceverete una mail con il modulo pronto
per essere firmato e reinviato (o consegnato direttamente).