L’Unione Europea contro il risultato delle elezioni in Bielorussia

“L’Europa non ne riconosce l’esito”, dice il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al termine del vertice straordinario dell’Ue.

L’Ue “imporrà presto sanzioni contro un importante numero di persone responsabili delle violazioni contro i manifestanti e contro i responsabili delle frodi nel voto”, ha anche annunciato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

“L’adozione di misure sanzionatorie è un importante strumento a disposizione dell’Unione Europea e il Parlamento invita il Consiglio a farvi ricorso al più presto, per accertare e punire le gravi violazioni dei diritti umani, considerando anche l’opportunità di intervenire congelando il patrimonio di coloro che stanno abusando del loro potere e violando le libertà fondamentali dei cittadini”, ha detto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli durante la riunione straordinaria del Consiglio europeo.

Le sanzioni colpiranno “i responsabili di violenze, repressione e falsificazione dei risultati delle elezioni”, ha precisato Ursula von der Leyen. “Siamo impressionati dal coraggio dei manifestanti”, ha continuato la presidente della Commissione Ue.

Gli occhi dei leader internazionali sono tutti puntati sulla Bielorussia, dove continuano le proteste scoppiate all’indomani delle contestate elezioni del 9 agosto. Che, ammette oggi anche Mosca, “non sono state ideali”. Anche se, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, “vorrei consigliare a tutti di non cercare di sfruttare questa situazione per minare il dialogo reciprocamente rispettoso tra le autorità e la società”.    

La Russia, infatti, mantiene una posizione neutrale: guarda alla Bielorussia come a una nazione “alleata e fraterna”. Quanto sta accadendo, è “un affare interno” del Paese.

Nessun intervento militare russo in difesa del presidente Aleksandr Lukashenko, almeno non “per ora” ha detto Peskov, portavoce del Cremlino, senza commentare le informazioni apparse sui media, secondo cui colonne di equipaggiamento militare russo sarebbero state inviate al confine con la Bielorussia.

Lukashenko risponde agli attacchi europei esclamando “l’Europa pensi ai suoi problemi” facendo riferimento alle problematiche dei gilet gialli in Francia, i terribili disordini negli Stati Uniti o le proteste che ci sono state contro il lockdown in Germania e in altri Paesi europei.

Lukashenko, inoltre, sostiene che sia l’Occidente a finanziare le manifestazioni di piazza nel Paese. “I Paesi occidentali, direttamente, senza nasconderlo, annunciano apertamente la raccolta di fondi e il loro reindirizzamento verso la Bielorussia, lo vediamo”, ha detto.

Mentre l’opposizione chiede le sue dimissioni e nuove elezioni, Lukashenko promette di sciogliere il Consiglio di coordinamento dell’opposizione, istituito dalla rivale Svetlana Tikhanovskaja, per condurre una transizione pacifica di potere.

Dopo undici giorni di proteste e molti altri in vista, tre morti, migliaia di feriti e molti altri arrestati ingiustamente, brogli, segreti e ingiustizie, è arrivata l’ora di fare chiarezza e di capire se, come e quando sarà possibile riportare la Pace in un Paese civile, che è stato negli anni messo a dura prova da diversi eventi catastrofici come il disastro di Chernobyl avvenuto nella confinante Ucraina.

Chiara Cifani

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