Oggi, 22 Novembre 2017, l’ex generale serbo Ratko Mladic è stato condannato dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia (ITCY) per genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Mladic è internazionalmente soprannominato “il macellaio della Bosnia” ed è considerato tra le persone più coinvolte nel massacro di Srebrenica del Luglio del 1995.
Srebrenica era stata dichiarata zona di sicurezza delle Nazioni Unite ed era infatti presidiata dai caschi blu, ciononostante il generale Mladic ha dato l’ordine di occupare la città e di uccidere tutti gli uomini che avevano trovato rifugio e protezione a Srebrenica. Il massacro di Srebrenica è ritenuto dal Tribunale “genocidio” ed è il massacro più grave avvenuto dopo la Seconda Guerra Mondiale, il numero dei morti si aggira, infatti, a circa otto mila persone.
L’ex generale è stato processato per undici capi di accusa ed è stato dichiarato colpevole per dieci: la sentenza del Tribunale è stata l’ergastolo. A livello internazionale la sentenza è stata accolta con grande gioia: l’Alto Commissario delle Nazioni Uniti per i diritti umani ha dichiarato che “Mladic è l’incarnazione del Male, ma non è sfuggito alla giustizia” e Amnesty International ha riferito che questo è un momento fondamentale per la giustizia. Anche la popolazione bosniaca ha espresso felicità nella decisione del Tribunale, sebbene alcuni avrebbero preferito una sentenza più dura.
Con questa sentenza, il Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia ha dichiarato la fine delle attività. Il Tribunale, nato con una risoluzione ONU con l’obiettivo di perseguire i reati di crimini contro l’umanità, genocidio e violazioni delle leggi di guerra, ha ricevuto nel corso degli anni diverse critiche circa la sua nascita e le sue attività. Per quanto riguarda la sua costituzione, il Tribunale è stato fortemente voluto dagli Stati Uniti d’America che avevano instaurato una stretta collaborazione con la procura e con la NATO. Quest’ultima è stata, di fatti, ignorata dalle autorità giudiziarie che non la hanno accusata di crimini di guerra nonostante i 78 giorni di bombardamenti. L’imparzialità del Tribunale è stata quindi messa in discussione, soprattutto perché la Russia aveva denunciato gli illeciti della NATO.
Inoltre, molti studiosi del diritto internazionale e giuristi, come Danilo Zolo, sono scettici sul fatto che i crimini di guerra possano essere imputati a individui e che possano essere accusati di reati che non esistevano prima della creazione del Tribunale. Anche Antonio Cassese si era pronunciato negativamente a proposito del Tribunale parlando di “Sindrome di Norimberga”, ossia la tendenza della giurisdizione penale internazionale a perpetuare il modello della “giustizia dei vincitori”.
Eleonora Cricco