L’Italia risarcisce i migranti

Sono arrivati a Fiumicino cinque cittadini eritrei, che facevano parte di un gruppo di 89 migranti e richiedenti asilo, che l’Italia aveva illegalmente respinto in Libia nel 2009, dopo averli soccorsi con una nave della marina militare nel mar Mediterraneo.

La Corte costituzionale europea aveva già emesso una sentenza di condanna verso lo stato italiano, per violazione del diritto internazionale e del principio di non respingimento, che vieta di riportare indietro i migranti se le condizioni di quel Paese non garantiscono i diritti fondamentali. Dopo molti mesi di prigionia in condizioni inumane in Libia, tra violenze e torture, le 89 persone furono rilasciate. Attraversarono l’Egitto e il deserto del Sinai e arrivarono in Israele, dove sono rimasti bloccati per dieci anni, senza la possibilità di chiedere asilo.

Il 25 giugno 2014 quattordici di loro hanno fatto causa al governo italiano presso il tribunale civile di Roma per il respingimento subìto.

Nella sentenza il Tribunale Civile ha applicato l’articolo 10 della Costituzione, che al comma tre «riconosce allo straniero il diritto di asilo che deve ritenersi applicabile anche quando questi si trovi fuori dal territorio dello Stato per cause a esso non imputabili».

La sentenza, precisano Amnesty International e Asgi, fa riferimento «a quanto avvenuto tra il 2009 e il 2010 quando, a seguito della conclusione dell’Accordo con la Libia, l’Italia ha effettuato numerosi respingimenti: tale prassi era stata ritenuta illegittima già dalla Corte europea per i diritti umani ma, nonostante la condanna all’Italia, molti richiedenti asilo sono rimasti in attesa del giusto risarcimento e, soprattutto, senza la possibilità di accedere a una forma di protezione».

La sentenza è molto rilevante, ma soprattutto è innovativa, perché si riconosce e si garantisce la necessità di espandere il campo di applicazione della protezione internazionale, volta a tutelare la posizione di chi si trovi nell’impossibilità di presentare la domanda di protezione internazionale, in quanto non presente nel territorio dello Stato, avendone lo stesso Stato inibito l’ingresso, in violazione dei principi costituzionali e della Carta dei diritti dell’Unione europea.

Il 28 novembre 2019 la prima sezione del tribunale civile di Roma ha condannato il governo italiano al risarcimento dei danni materiali (quantificati in 15mila euro per ciascuno) e ha accolto la loro richiesta di ottenere il visto umanitario per arrivare in Italia e fare richiesta di asilo.

“Respinti in Libia dall’Italia nel 2009 oggi, grazie a una sentenza della giustizia italiana, cinque richiedenti asilo eritrei sono arrivati nel nostro paese nel modo più sicuro e legale possibile. Ciò che dovrebbe essere garantito a tutti coloro che sono stati costretti a fuggire dai loro paesi a causa di conflitti, persecuzione politica e altre violazioni dei diritti umani”, ha commentato Ilaria Masinara,  campaign manager su migrazione e discriminazione di Amnesty international Italia, all’arrivo dei cinque eritrei a Fiumicino.

Dopo il periodo di quarantena previsto, avvieranno la procedura per chiedere all’Italia il riconoscimento della protezione internazionale.

Chiara Cifani

Condividi su Facebook

Articoli recenti:

Richiesta di ammissione a socio

Modulo da compilare in ogni sua parte.
Una volta inviato riceverete una mail con il modulo pronto
per essere firmato e reinviato (o consegnato direttamente).