Libia, verso un nuovo governo?

La Libia è uno Stato profondamente instabile, ormai da tutti conosciuta per i numerosi interessi nel controllo delle risorse energetiche. In queste settimane è tornata alla ribalta dopo i fatti dei pescatori italiani catturati e alla fine liberati. Negli ultimi mesi gli analisti di geopolitica di tutto il mondo stanno focalizzando la loro attenzione soprattutto sui rapporti di questo paese con Russia e Turchia.

Il 2021 sarà la ricorrenza dei dieci anni dall’inizio della guerra civile in Libia. Infatti era il 2011 quando nel mese di febbraio scoppiò il conflitto. Quali sono i principali eventi accaduti negli ultimi anni in uno dei paesi considerati più importanti e strategici dell’Africa? Nella prima fase, conosciuta come prima guerra civile libica, si è assistito al rovesciamento del governo guidato da Gheddafi. Successivamente però nel 2014 prende avvio la seconda guerra civile libica, e ancora oggi non si riesce a comporre un governo stabile riconosciuto da tutte le parti in causa. Contemporaneamente ritorna in scena Haftar, ex generale, prima fedele a Gheddafi poi suo rivale, che ora vuole costituire un vero e proprio esercito per riunificare l’intero paese.

Il 26 maggio 2014 lancia la cosiddetta “Operazione Dignità”. Con questo intervento, Haftar promette la liberazione della Cirenaica dalla presenza islamista: l’obiettivo è quindi la riconquista, da parte delle milizie poi confluite nel Libyan National Army (LNA), di città quali Bengasi e Derna, cadute nella morsa dei gruppi estremisti. Nel frattempo inizia a farsi massiccia la presenza dei gruppi estremisti anche in altre zone, tant’è che i jihadisti provano a costituire un piccolo califfato nella città di Sirte. Intanto però sono nati due diversi governi, uno con sede a Tripoli e l’altro con sede a Tobruk sotto il comando di Haftar.

2015 Il 18 dicembre il Consiglio di Sicurezza dell’ONU adotta all’unanimità la Risoluzione n. 2259 sulla Libia, in cui si invita il Consiglio di presidenza libico a lavorare speditamente per formare entro 30 giorni un Governo di unità nazionale. Quindi, come accordato a Skhirat, nel 2015 viene costituito il Governo di Accordo Nazionale (GNA) guidato dal presidente al-Sarraj, con sede a Tripoli.

2016 Nonostante i successi ottenuti nell’offensiva contro l’ISIS a Sirte, il Governo di Accordo Nazionale di al-Sarraj non riesce a rafforzare la propria autorità, a causa della perdurante crisi economica e del mancato appoggio al suo governo da parte del generale Haftar.

2017 L’ISIS mantiene il controllo del deserto.

2018 Il governo di al-Sarraj dichiara lo stato di emergenza a Tripoli. In Italia si tiene la “Conferenza di Palermo per la Libia”, attraverso la quale il nostro paese intende rilanciare il sostegno alla missione speciale dell’ONU e al piano aggiornato del rappresentante speciale Salamé (ex inviato ONU). 

2019 Un’ulteriore offensiva viene condotta contro Tripoli da Haftar ad aprile. Intanto il coinvolgimento di altri attori, in particolare Russia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto opposti a Turchia e Qatar nella crisi libica, anche dal punto di vista militare, si fa sempre più considerevole.

2020 Il governo di Tripoli spinge le forze di Haftar fuori dall’ultima roccaforte della parte occidentale del paese. Il 23 ottobre si è attivato un cessate il fuoco, a seguito dell’incontro tra LNA (Haftar) e GNA (al-Sarraj). 

La città di Misurata è il capoluogo del distretto di Misurata e terza città per popolazione dopo Tripoli e Bengasi. Ed è proprio a Misurata che si distinse Fathi Bashaga, ex pilota di aeronautica e uomo d’affari prima dello scoppio della guerra civile. Bashaga è ora un rappresentato di spicco dell’élite imprenditoriale e commerciale di Misurata. Fu tra i principali capi militari a lottare contro il regime di Gheddafi e sostenne fino in fondo il cambio di regime e la legge di esclusione da tutte le istituzioni pubbliche di coloro che avevano avuto un qualsiasi ruolo dirigenziale nel vecchio regime, tanto da divenire anche l’uomo di riferimento per le operazioni della Nato, come scrive Antonio M. Morone nell’articolo su Nigrizia. Fathi Bashaga è ministro dell’interno del GNA di al-Sarraj dal 2018, nonostante qualche mese fa sia stato sospeso dall’incarico a seguito di violazioni sui manifestanti. E proprio in questi giorni il ministro dell’interno esprime parole di speranza per la vittoria elettorale di Joe Biden: “Speriamo che la nuova amministrazione abbia un ruolo importante nella stabilità e nella riconciliazione della Libia, la sicurezza e la stabilità della Libia sono importanti per l’Europa e gli Stati Uniti”. Secondo l’inviata delle Nazioni Unite per la Libia, Stephanie Williams, il governo transitorio, la cui formazione ha causato più difficoltà tra le parti coinvolte, sarà un’istituzione esecutiva, unitaria e temporanea, che sarà poi sostituita dal governo eletto in seguito al 24 dicembre prossimo. Il nome di Bashaga è stato lanciato come candidato premier, dicono gli osservatori dei colloqui. La coppia più accreditata sembra essere Aguilah Saleh, nel ruolo di nuovo capo del Consiglio presidenziale e Fathi Bashaga come primo ministro, ma il negoziato è tuttora in corso. I colloqui politici che si stanno svolgendo in questi giorni fanno parte di una spinta più ampia, che comprende anche opzioni militari ed economiche e riunisce il governo di Tripoli, riconosciuto a livello internazionale, del primo ministro Fayez al-Sarraj, sostenuto dalla Turchia, e il comandante militare orientale Khalifa Haftar, sostenuto da Egitto, Emirati Arabi e Russia. Un dialogo politico libico organizzato dalle Nazioni Unite, ha compiuto progressi verso l’accordo su un nuovo governo di transizione, che supervisioni il periodo pre-elettorale di dicembre 2021.

  • Giada Alagic

da Nigrizia n.12 – dicembre 2020 – Bashaga una scelta misurata

Fonti

http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01143733.pdf

https://abcnews.go.com/International/wireStory/ap-interview-libyan-minister-hopes-support-biden-75135394

https://it.insideover.com/politica/come-cambia-la-cdu-dopo-la-nomina-di-laschet.html

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