Martedì 1 ottobre 2024 presso il Centro per la Pace “A. Tonelli” di Forlì ho avuto l’opportunità di presentare la mia ricerca per la tesi di Laurea magistrale in Scienze Pedagogiche intitolata “Verso una pedagogia e una società della decrescita. La scuola ecologica di Gianfranco Zavalloni”. L’obiettivo era stimolare una riflessione sulla pedagogia della decrescita valorizzando l’esperienza della Pedagogia della lumaca di Gianfranco Zavalloni (1957-2012), maestro e dirigente scolastico originario della mia città – Cesena.
Partendo dalla critica al mito del progresso moderno, passando per la filosofia della decrescita diffusa dall’economista e filosofo francese Serge Latouche nei primi anni Duemila, fino alla Pedagogia della lumaca, la riflessione si è sviluppata sul filo rosso che unisce il tema dell’ecologia all’educazione lenta e nonviolenta. La decrescita si configura come un’utopia concreta e riconosce all’educazione un ruolo centrale, come motore di cambiamento sociale e culturale; proprio questo aspetto pedagogico è il punto di contatto tra la filosofia della decrescita e la Pedagogia della lumaca. La Pedagogia della lumaca non è un metodo, bensì un vivere con attenzione alla natura e alle altre persone; è una pedagogia che si basa sulla semplificazione come strada per arrivare al cuore delle conoscenze, sul fare per capire; studio, gioco, lavoro manuale sono i tre punti cardine del lavoro educativo. Come evidenzia Zavalloni in una delle sue mappe concettuali creative, tutto è intrecciato, interconnesso, semplificato e profondo allo stesso tempo: egli amava ripetere alle colleghe e ai colleghi che “Fare scuola è come lavorare la terra e il bambino va preso tutto intero”.
Zavalloni è stato un maestro con intuizioni davvero brillanti che però, purtroppo, in ambito accademico e scolastico non sono state adeguatamente valorizzate; di qui, la necessità di divulgare anche nei luoghi di formazione di futuri/e insegnanti ed educatori/educatrici la “sua” visione pedagogica, che come lui stesso racconta, attinge ispirazione dagli insegnamenti di personalità educative che hanno fatto la scuola “pensandola”, come Maria Montessori, Don Lorenzo Milani, Mario Lodi, Alberto Manzi, Danilo Dolci…
Nella sua intensa vita Zavalloni è stato un ricercatore instancabile, un viaggiatore curioso che dopo l’esplorazione sapeva tornare a casa, alle sue origini contadine. È stato un ecologista: infatti, sin dalla gioventù si interessa e sperimenta le tecnologie appropriate e alternative. È stato un uomo di pace, poiché la cultura della pace ha alimentato costantemente la sua postura educativa, tanto da immaginare e realizzare una scuola lenta e nonviolenta.
Può la scuola pubblica di oggi mettere in pratica delle strategie didattiche di rallentamento? Stando all’esperienza del maestro Zavalloni, e anche alle preziose testimonianze di alcune insegnanti ed ex insegnanti presenti in sala, si può! Senza negare la fatica del lavoro a scuola, attraverso la collaborazione e muovendosi con l’esempio si possono creare occasioni di apprendimento davvero significative, inclusive e trasformative!
di Anastasia Macini