La “Pentacamorra”: nel limbo dell’omertà

L’espressione “pentacamorra” si riferisce al nuovo reticolo sociale che comprende organizzazioni mafiose dilagate ormai in tutta Italia e che vanno a sostituirsi al vecchio business delle grandi famiglie malavitose. Su questi nuovi poteri criminali si concentra l’attenzione del servizio centrale della polizia italiana, soprattutto alla luce degli ultimi episodi violenti che hanno posto sotto la luce dei riflettori cittá quali Latina, Foggia e Caserta. I clan, che acquistano la droga importata dai cartelli Sud americani e le armi dai mercati Europa, fanno capo ai “cultisti nigeriani”, all’organizacija Georgiana, alla società foggiana, alle bande latinos e alla mala cinese.

I primi, i cosiddetti “boss del voodoo”, sono vincolati ad una forte gerarchizzazione piramidale in cui é l’esoterismo il vero protagonista e collante dell’impalcatura criminale: questi uomini si concentrano in spaccio, minacce di ritorsioni e soprattutto sfruttamento della prostituzione, quest’ultimo il bottino più fruttuoso dei nigeriani.

L’organizzazione georgiana, una vera e propria multinazionale del taccheggio, fa confluire i suoi guadagni in un fondo d’investimento (l’ obshak) che si occupa, in seguito, di riciclare il denaro e di spedirlo in Russia e, nella fattispecie, a società moscovite. Recentemente i ladri georgiani sono diventati anche degli hacker, e sfruttano il campo informatico per intrufolarsi e violare conti bancari a sette cifre.

Nato negli anni ’80, come una sorta di succursale del casertano, il nucleo criminale foggiano ricorda un po’ quello dei gangster degli anni ’30, con una struttura interna compatta, organizzata in “batterie” su un modello federale a forte connotazione familiare, pronto a mettere in moto un meccanismo spietato soprattutto a livello locale: omicidi, bombe intimidatorie, minacce alle forze dell’ordine, assalti ad aziende edili e vitivinicole. 

La criminalità degli ispanici, raggruppati nelle “pandillas”(bande attive in Lombardia e in Liguria e composte da una decina di membri) si focalizza, per di più, in rapine, nello spaccio di droga e in violenze sferrate al primo tentativo di fuga. Il tornaconto ricavato viene, poi, gestito dai capi delle bande che non rinunciano a reclutare fra le loro file anche giovani marocchini, filippini e italiani.

Infine abbiamo la mafia cinese, maestra nell’esportazione di merce contraffatta e droghe sintetiche, ma al primo posto, sicuramente, nella gestione del gioco d’azzardo clandestino e di un intricato giro di prostituzione. Inoltre, dal punto di vista finanziario, la supremazia del Levante aumenta gli incassi e punta all’apertura di una banca a San Marino.

Le associazioni mafiose stanno cambiando il loro volto, sfregiato, ormai, dall’atrocità, dall’indifferenza verso il genere umano. L’imperturbabile agevolezza con cui si compiono questi crimini, fa rabbrividire persino questo mondo in cui lo scandalo combinato alla tattica dell’orrore fa audience e ci costringe a convivere nella bolla di un’abominevole realtà al cui comando si pone, ancora una volta, un gerarca invisibile.

Camilla Cazzato

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