di Sara Cencig e Arbesa Hajdari
Si può combattere una guerra armata senza armi? La risposta è no, tuttavia ogni azione di diserzione e di denuncia pubblica può contribuire a rallentarla. Nonviolenza, infatti, non significa accettare in modo passivo l’aggressività altrui ma comprendere le cause profonde del conflitto al fine di limitarne le conseguenze, colpendo il nemico nelle sue debolezze.
Analizzando il caso odierno della guerra in Ucraina, una delle risposte messe in atto dall’occidente è una forte propaganda antirussa che ha portato Putin a inasprire il controllo e la manipolazione governativa sull’informazione. D’altronde viviamo nell’epoca dei media, essi hanno avuto un significativo impatto su questa guerra, sensibilizzando l’opinione pubblica occidentale (e non solo) che si è fin da subito impegnata a sostenere i cittadini ucraini attraverso donazioni, raccolta di beni e una grande ospitalità.
I civili ucraini hanno ugualmente cercato di boicottare l’invasione russa mediante comportamenti nonviolenti: essi hanno sostituito i cartelli stradali per ostacolare lo spostamento dei veicoli militari russi e hanno fraternizzato con i soldati russi per incentivare le diserzioni. Inoltre, con gran coraggio si sono fatti promotori di manifestazioni pacifiche lungo le strade non facendosi intimidire da minacce di arresto e punizione.
È bene ricordare che anche la popolazione russa è vittima di questa guerra, essa è sottoposta ad un forte controllo da parte del Cremlino, basti pensare ai militari costretti a combattere per una causa che spesso non condividono. I Russi di diverse classi sociali si sono apertamente espressi contro la guerra e ben 1500 persone sono state arrestate per aver fatto sentire la propria voce. Anche numerosi giornalisti russi si sono dimessi dalla Tv di stato pur di non sottostare alle censure impartite dal governo, essi hanno sacrificato la propria sicurezza in nome della libera informazione.
In questo contesto atroce non è mancata la creatività di moltissimi civili che hanno dimostrato la propria distanza dal governo russo realizzando piccole figure fatte di carte che “manifestano” contro la guerra. Esse sono state distribuite presso le fermate degli autobus, i monumenti e le strade, diventando simbolo della protesta nonviolenta.
