Nella società contemporanea, il costante aumento del ritmo di vita porta gli individui a un senso di soffocamento, ad una corsa infinita dove non si raggiunge mai l’obiettivo prefissato, anzi lo si perde.
In Corea del Sud questa realtà è tangibile. Si lavora in media 14 ore al giorno, un orario disumano per gli standard europei. Anche se nel 2018 è stata votata una legge per la diminuzione della media lavorativa da 14 a 10 ore al giorno, in realtà molti ancora si ritrovano a dover lavorare 14 ore al giorno. Perché? A causa della competizione. Se un operaio decide di lavorare 10 , a quel punto un altro operaio si offrirà di lavorarne 12 e quindi il primo verrà licenziato mentre il secondo verrà assunto.
La competizione è una caratteristica onnipresente, in qualsiasi contesto della vita quotidiana. Il risultato è una vita frenetica, una continua corsa per rimanere allo stesso posto dove la velocità è quello che conta: velocità nello spostarsi, nel finire di fare i compiti richiesti, nell’apprendimento, nello stare al passo con i tempi. Una società dove si perde coscienza di sé, una società che annichilisce e che ci rende stressati e oppressi.
La soluzione a questo stress è stata trovata da un ex lavoratore compulsivo, che ha dato vita al progetto “Una prigione dentro di me”: una finta prigione tra le montagne di Gangwon composta da 28 cellule identiche, dove alle persone vengono dati tappetini per lo yoga, servizio per fare il the e un tavolino per poter scrivere. Non ci sono specchi. I partecipanti, prima di venire “rinchiusi” nelle loro celle, si presentano a vicenda raccontando la loro storia, come fosse un incontro per alcoolisti anonimi. Il prezzo è di 500 euro a settimana. Prezzo che si è disposti a pagare per potersi sentire liberi tra le 4 mura di una prigione.
In questa società di oggi, dove gli individui sono costretti a lottare contro tutto e tutti per non rimanere indietro, si è sovraccaricati di responsabilità e compiti così tanto da perdere l’ obiettivo delle nostre fatiche e la cognizione di sé stessi. I diritti umani vengono calpestati. Mentre prima il concetto di libertà era quello di viaggiare e arricchirsi culturalmente, oggi ci si sente liberi facendosi imprigionare per scappare da quella realtà che ci rende così tanto oppressi e che ci fa paura.