La cultura Maori è la più antica della Nuova Zelanda. Questa popolazione di origine polinesiana è la prima a raggiungere le sponde dell’arcipelago intorno al 900 d.C.
Solo nel XVII secolo, l’esploratore olandese Tasman segna l’inizio della colonizzazione europea della Nuova Zelanda. L’immigrazione dei Pakeha (bianchi) si fa massiccia nel secolo successivo, generando poi duri conflitti che hanno come oggetto la proprietà delle terre.
Per questo venne stipulato il Trattato di Waitangi tra i capi delle popolazioni Maori e i rappresentanti inglesi, il quale sanciva il riconoscimento da parte dei maori della sovranità britannica in cambio del possesso dei territori tradizionalmente appartenenti alle tribù. Fin dall’inizio il Trattato si dimostra lettera morta e le contese territoriali danno luogo a varie guerre. I Maori si distinguono fin da subito come una popolazione fiera, forte e molto attaccata ai propri valori culturali, sociali ed economici. Nonostante il numero dei nativi diminuito drasticamente e la spoliazione delle loro terre a opera dei colonizzatori bianchi, sono riusciti a conservare la propria identità culturale e religiosa, e dopo lunghe battaglie, la loro lingua viene oggi insegnata nelle scuole e nelle università neozelandesi. A partire dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso infatti, iniziano a formarsi i primi movimenti per il recupero della lingua Māori. Tali movimenti ottengono il supporto del governo che nel 1987 dichiara “il Māori” lingua ufficiale della Nuova Zelanda e successivamente supporta, promuovendo e finanziando, le iniziative e i progetti volti al recupero e alla rivitalizzaione della lingua. Non solo, nel 2003 il governo neozelandese pubblica il ” Māori Language Strategy”, un piano in cui vengono delineati i 5 obiettivi per mezzo dei quali giungere ad avere, entro il 2028, una situazione in cui la lingua Māori è nuovamente e ampliamente parlata dalla popolazione. Inoltre, tutti i neozelandesi dovranno apprezzare e riconoscere il valore della lingua Māori all’interno della società.
Grazie a tutte queste attività e alle loro abilità, gli indigeni hanno raggiunto importanti conquiste culturali e sociali. Questo grazie anche alla collaborazione che si è venuta a creare con il passare dei secoli con i coloni europei. Infatti alla Nuova Zelanda oltre ad essere il primo Stato al mondo a concedere il voto alle donne, si deve anche l’essere la prima Nazione neo-europea a concedere il voto alla popolazione indigena.
Andare alla scoperta di questo popolo oggi non significa visitare villaggi o tribù come, invece, accade per altri popoli indigeni. La cultura Māori si distingue per essere parte integrante della Nazione, pur mantenendo la propria particolarità, che è uno dei tratti che contribuiscono a formarne il carattere e a renderla unica.
Bianca Panichi