Gavage in Mauritania

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Se dico leblouh cosa vi viene in mente?

Forse nulla…allora proviamo con un’altra parola: gavage.

Ecco sì, ti si è aperto il volto, gli occhi si sono illuminati, un movimento delle labbra leggero dice: “si credo di averlo già sentito!,

È qualcosa, qualcosa che riguarda qualche pratica strana, tipica di quelle zone rurali dell’Africa?”

Si, fuochino.

Avete presente la pratica dell’ingrasso utilizzata negli allevamenti di animali bovini?

Ecco, il gavage, detto anche leblouh, ci si avvicina.

Il leblouh è la pratica con la quale ragazze della zona del sud del Marocco e della Mauritania, che vivono nelle zone rurali (ma anche nelle città la pratica è diffusa), vengono praticamente segregate in stanze (chiamate fatting house) e costrette a mangiare grosse quantità di cibi (per lo più grassi, come latte di cammello, miglio, burro ecc.), di solito settimane prima del matrimonio. Per lo più come se tutto questo non fosse già insopportabile e contro ogni diritto civile, alle ragazze/bambine vengono inserite tra le dita dei piedi dei bastoncini che vengono stretti provocando forte dolore, nel momento in cui la ragazza si rifiuta di mangiare.

Una bambina di 12 anni può arrivare a pesare fino a 80 kg!

Ovviamente le conseguenze possono essere maggiore rischio di infarto, diabete e non da meno problemi cardiovascolari.

Questa pratica è portata avanti dalle cosiddette “matrone”, di solito le zie o le nonne delle bambine che arrivano a mettere sulle cosce delle vittime dei piccoli bastoni così da spianare i tessuti e velocizzare il processo di ingrassamento.

GRASSO È BELLO

Grasso è bello, almeno per le popolazioni di questi territori. Essere magre è simbolo di miseria e povertà, al contrario essere grasse trasmette l’idea di abbondanza e ricchezza e ci si rende quindi più appetibili per futuri mariti (magari scelti dalle rispettive famiglie) e assicurare loro un futuro.

Questa credenza risale all’undicesimo secolo ed è ancora abbastanza diffusa, circa il 30% della popolazione rurale la pratica, mentre la percentuale nelle città si abbassa al 15%.

Fortunatamente le nuove generazioni aborrono questa pratica, definendola inutile e obsoleta.

I giovani mauritani hanno ormai punti di riferimenti diversi dai loro genitori o i loro nonni, fanno parte di un mondo globalizzato e molti di loro seguono modelli rappresentati da modelle in forma e super sexy e movimenti femministi e di diritti civili.

Per fortuna c’è una speranza che questa pratica vada via via scomparendo. Anche perché la Mauritania ha ottenuto negli ultimi anni grandi traguardi, come ad esempio un ministero che si occupa degli affari delle donne, la quota rosa del 20% in parlamento, donne che hanno raggiunto alte posizioni come diplomatiche e governatrici. Purtroppo l’ultimo colpo di stato del generale Mohamed Ould Abdelaziz e l’attuale governo hanno portato indietro di decenni un paese che stava guardando al futuro, facendolo ricadere di nuovo nel baratro del medioevo.

IL TEMA DEL GAVAGE AL CINEMA

Un film italiano che parla molto bene di questa pratica è “Il corpo della sposa” della regista Michela Occhipinti, uscito proprio quest’anno.

Di seguito la sinossi del film in breve ripresa dal sito Mymovies:

“Verida, una ragazza della Mauritania, viene svegliata dalla mamma una mattina con una comunicazione speciale: è stato trovato il suo futuro marito, e ora inizia la pratica del gavage, secondo cui una futura sposa deve ingrassare decine di chili prima del ‘sì’ per soddisfare i criteri estetici degli uomini del luogo. Sottoposta a una dieta ferrea di dieci pasti al giorno, Verida subisce in silenzio l’influenza della madre e il volere di un uomo che non ha scelto. Nel frattempo, il ragazzo taciturno che viene a casa a pesarla è l’unico che le regala un sorriso.”

 

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