ECOLOGIA DELLA MENTE E DEL CUORE
In un’intervista di quest’anno, Grazia Francescato, leader ambientalista, giornalista, scrittrice, ha affermato:
“Se lei mi chiedesse quale ecosistema sia oggi più a rischio di estinzione, non risponderei la barriera corallina, la foresta amazzonica o magari i ghiacciai, con la bomba ecologica del permafrost che sottendono. Il più compromesso, il più vulnerabile di tutti è l’ecosistema mente, o meglio il rapporto mente-cuore: è qui il teatro della più grande catastrofe.”1
Il grado di relativa libertà e benessere delle nostre vite di popolazioni occidentali non ci fa vedere subito in modo chiaro questo livello di devastazione, ma se ci fermiamo un attimo a riflettere risulta abbastanza evidente.
Stimoli esterni colonizzano la nostra mente, la nostra interiorità passa in secondo piano
Le nostre menti sono un territorio di conquista quotidiano da parte di un mondo mediatico sempre più pervasivo e anche violento. Gli stimoli visivi, uditivi, sensoriali degli strumenti tecnologici che maneggiamo ogni giorno, ci plasmano e cambiano la forma della nostra mente: colonizzano i nostri pensieri abituali, la capacità di fare silenzio, di concentrarci e di pensare in modo creativo. Tutte queste attività profondamente umane stanno diventando qualcosa in via di estinzione.
A livello emotivo non va molto meglio: è sempre più difficile ascoltare come stiamo veramente. Anche solo farci la domanda è pericoloso e destabilizzante. Come sto? Che cosa sto provando in questo momento? Ho paura? E di che cosa? Cosa mi fa arrabbiare così tanto? Siamo sempre proiettati verso l’esterno, verso l’azione o la distrazione, avvolti dentro automatismi di cui siamo ben poco consapevoli. Iniziare ad ascoltare le nostre emozioni con calma e sincerità è qualcosa cui non siamo abituati, perché poi quello che queste emozioni ci stanno dicendo non sappiamo come affrontarlo.
Desideri ed emozioni al centro del sistema neocapitalista: è vero progresso?
La nostra mente e le nostre emozioni sono territori molti ambìti e preziosi: influenzare i pensieri e i desideri delle persone ha un vantaggio economico molto importante, perché rende prevedibili le loro azioni, specialmente quelle di consumo, che così possono essere pilotate in modo più efficace. Tutto questo non è nulla di nascosto: si parla da anni di neuroeconomia, neuromarketing e ora anche di psicopolitica.
Anche noi siamo ecosistemi devastati al pari delle foreste amazzoniche e usati come discariche al pari dei nostri oceani.
Tutti questi effetti distruttivi che vediamo nel pianeta, nella società e anche dentro di noi vengono però da lontano. Sono il punto di arrivo di una storia complessa, che dalla modernità in poi ha portato a uno sviluppo evolutivo senza pari per l’umanità, ma contemporaneamente, soprattutto negli ultimi due secoli, ha mostrato anche tutta l’ambiguità di questa forma unilaterale di progresso. Quello che noi oggi viviamo, questa forma di neocapitalismo avanzato, tecnocratico, oligarchico e nichilista ne è la forma più compiuta e chiara, l’esito storico di una problematicità che non può più essere rimossa o evitata, perché il punto di rottura collettivo e personale è vicinissimo.
Una crisi a tutto tondo
Non solo il pianeta ma tutto il nostro complesso somato-psico-spirituale è seriamente in pericolo. Solo che noi non siamo un ecosistema tra i tanti, noi siamo il luogo misterioso in cui tutto è procreato, un luogo non riducibile a materia organica e chimica, né a qualsiasi tentativo di comprensione puramente razionale. L’essenza umana è così tanto altro, che forse possiamo definirci solo come esseri spirituali, intendendo con la parola “Spirito” quel mistero di Vita che noi non possediamo, ma di cui siamo beneficiari e custodi e che ci rende, in una certa misura, anche co-creatori.
Solo dentro quel fenomeno irriducibile e spirituale che è la nostra coscienza, prende vita quello che noi chiamiamo mondo, natura, società, prendono vita queste parole, i pensieri e le emozioni, ogni forma di conoscenza e di azione.
Allora partendo dalla crisi ecologica e ambientale – ma anche dalla crisi della politica e della democrazia, o dalle crisi di tutte le forme storiche della modernità (famiglia, scuola, religioni) – andando a fondo, tutte le volte ritorna al centro della scena il soggetto, cioè il mio io, il modo di abitare il mistero della mia vita, che è intessuta a livelli inimmaginabili di profondità con la vita di tutto il cosmo, come le grandi tradizioni spirituali della Terra, molto prima della scienza, ben sapevano.
La figura umana che sta collassando in questa fase postmoderna, insieme al mondo fisico e sociale che ha costruito, è profondamente ego-centrica, bellica, rapace, colma di paure e di ostilità non riconosciute. Il mio ecosistema interiore è così, predatorio in definitiva, sempre pronto a difendersi e attaccare, incapace di sostenere relazioni profonde e vere, aldilà di tanti bei discorsi e ragionamenti.
Una cura è possibile
Bisogna allora entrare in cura. Entrare seriamente e serenamente in cura a tutti questi livelli: personale, culturale e politico.
Questa possibilità di cambiamento è la grande occasione di svolta in questo momento della storia (ancora una volta: del pianeta e nostra personale, insieme).
Nessun tipo di conoscenza scientifica, analisi politica o economica da sola è sufficiente: per arrivare a lavorare sul soggetto (cioè su di me, sulla mia mente e sul mio cuore) occorrono pratiche e scuole iniziatiche, che aiutino le persone a fare esperienza del mistero della propria soggettività, della propria inesauribile sorgente spirituale interiore e a fare di essa il centro del proprio lavoro, il proprio laboratorio permanente di vita personale, ma anche di progettualità culturale e politica. Questi laboratori politico-spirituali dobbiamo imparare a costruirli e ad abitarli insieme, e fare questo potrebbe veramente trasformare questi anni di crisi ecologica, a tutti i livelli, in una grande e nuova avventura comune.
“La nostra umanità cristiano-occidentale è cioè chiamata a una rivoluzione/conversione spirituale che dilati innanzi tutto la nostra coscienza, rendendola più flessibile, più umile, più mite, e più ariosa, e quindi anche più idonea a pensare e sentire davvero globalmente, e cioè per il bene di tutti e nell’interesse del tutto. La rivoluzione del XXI secolo si alimenterà alle fonti inesauribili di questo reiterato capovolgimento della mente (egoico-bellica). Sarà politica cioè proprio in quanto spirituale.”2
“Oggi il rinnovamento della civiltà cristiano-occidentale richiede che ogni persona intenzionata a costruire un mondo diverso e migliore si impegni innanzi tutto a diventare dentro di sé più libera, e cioè meno ego-centrata, meno fissata nel sistema di pensiero disperato e aggressivo del nostro io chiuso in sé stesso, e più consapevole del Tutto vivente di cui fa parte. Una persona trans-egoica, che accetti con gioia crescente di passare di figura di umanità, di collaborare a inaugurare una nuova era, e per la quale perciò la ricchezza e il potere mondano – ovvero l’intero piano economico dell’utile – non possono che tornare a occupare il posto che gli spetta, un ruolo secondario, al servizio della propria e dell’altrui crescita globale, ossia dell’ampliamento di quelle sfere di gratuità e di amore in cui si realizza in definitiva la nostra umanità: le relazioni autentiche e affettive, l’arte, il sapere, la spiritualità.”3
Di queste connessioni tra ecologia, giustizia, pace, ma anche della necessità di un cambiamento personale e di un sentire politico che integri la dimensione spirituale, Alexander Langer è stato per molti aspetti un anticipatore.
Vi invito quindi a partecipare il 20 e 21 settembre 2021 al convegno on line organizzato dal Centro per la Pace di Forlì, prenotandovi a questo link.
By Antonietta Valentini
Articolo Completo: https://www.darsipace.it/2021/09/06/ecologia-del-pianeta-della-mente-del-cuore/
1Marco Bevilacqua, conversazione con Grazia Francescato “Cura interconnessione sostenibilità le tre chiavi per un futuro possibile”, in Rocca, n. 7 – 1 aprile 2021, Ed. Pro Civitate Christiana.
2 M. Guzzi, La nuova umanità. Un progetto politico e spirituale, Paoline Ed., 2005, pag. 40
3 Idem, pag. 47