Daniele Lugli e il suo rapporto con la Romagna

di Elena Buccoliero

Daniele Lugli, presidente emerito del Movimento Nonviolento che ha contribuito a fondare, è intervenuto parecchie volte come relatore al Centro Pace di Forlì, e altre è stato in Romagna per partecipare a iniziative o per condurre ricerche.
Al Centro Pace il suo primo riferimento è certamente Raffaele Barbiero, cui lo accomuna in particolare lo studio della resistenza disarmata al fascismo. Una delle costanti nella vita di Daniele è infatti l’amore per Silvano Balboni, un amore nato sui banchi di scuola, alle elementari, quando un insegnante cita Silvano e incuriosisce il piccolo Daniele che ne chiede notizie al padre. Nato a Ferrara nel 1922, antifascista e obiettore di coscienza, negli anni Quaranta Silvano è il più stretto collaboratore di Aldo Capitini fino alla morte giunta precocemente nel 1948. Nella preparazione del suo poderoso libro “Silvano Balboni era un dono” (ed. CSA, 2017), Daniele entra negli studi di Raffaele con interesse, anche perché Silvano aveva intessuto relazioni significative in Romagna, con Giusto Tolloy e altri, e proprio in provincia di Forlì aveva individuato un luogo, nei pressi del Monte Cavallo, dove dopo l’8 settembre del ’43 invitava i giovani a rifugiarsi per sfuggire all’arruolamento, senza per questo accingersi a sparare contro gli ex alleati. Di Silvano Balboni Daniele Lugli parla al Centro Pace di Forlì il 26 novembre 2018 in una presentazione per pochi intimi condotta insieme a Thomas Casadei, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia impegnato per i diritti umani e riferimento molto importante per Daniele e per tutto il Movimento Nonviolento, ma già prima, durante le ricerche che hanno sostenuto la preparazione del libro, Daniele si reca a Ravenna e a Forlì, presso gli Archivi di Stato, in cerca di materiale.
Il 2 dicembre 2019 è di nuovo a Forlì per presentare, insieme all’autore, il libro di Raffaele Barbiero sulla resistenza nonviolenta nella sua città. Più avanti, il 4 settembre 2022, in una bellissima giornata di sole Daniele è tra gli invitati alla Festa dell’Ospitalità di Bertinoro dove, ripetendo le parole di Aldo Capitini, ricorda che “la casa è mezzo a ospitare” e sottolinea quanto sia, invece, durissima la realtà che attende i migranti sul territorio italiano, se mai vi arrivano, riallacciandosi così a uno dei tempi che gli stanno più a cuore, cartina di tornasole della violenza strutturale, culturale e diretta della nostra società verso gli ultimi e gli indifesi. Nel successivo pranzo familiare, con gli ospiti si sviluppa una conversazione amichevole, leggera ma impegnata, su diversi temi: la nonviolenza, la guerra in Ucraina, ma poi la scuola – tra chi lo ospita ci sono degli insegnanti – e più in generale l’educazione, il rapporto con i giovani, i viaggi e altro ancora. Un abbonamento ad Azione nonviolenta, la rivista del Movimento Nonviolento, verrà donato come segno di ringraziamento per l’ospitalità ricevuta e come segno di un dialogo da tenere vivo nel tempo. Quantomeno negli ultimi vent’anni, l’esperienza di Daniele più vicina al lavoro che il Centro per la Pace svolge a Forlì è probabilmente la Scuola della Nonviolenza di Ferrara, che ha ospitato Raffaele Barbiero nel 2019 e che con maggiore continuità ha operato negli anni precedenti. Aiutandolo a strutturare le iniziative della “Scuoletta”, come affettuosamente la chiamavamo, da Daniele abbiamo imparato molto: a preparare gli incontri con una ricerca attenta; a comunicarli in modo personale pensando molto bene agli interlocutori e cercandoli uno a uno; a non accontentarsi della comunicazione via mail o social e a non fare le cose solo per dire di averle fatte, accettando le sale vuote come un mancato riconoscimento di cui non si ha responsabilità; a condurre gli incontri con accoglienza e entusiasmo, con “familiarità e tensione” per dirla con Aldo Capitini; a contare ogni volta quante persone sono presenti e a raccoglierne i recapiti per dare continuità al rapporto; a proporre instancabilmente l’abbonamento ad Azione nonviolenta (e non l’iscrizione al Movimento, per la quale occorre un grado in più di coinvolgimento e di persuasione).
Le province romagnole, poi, sono ben presenti nell’attività che Daniele svolge come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna tra il 2008 e il 2013. In forza di una convenzione tra Regione e Comune di Ravenna, in quella città svolge il ruolo di Difensore civico comunale fino a che mutamenti normativi impediscono ai Comuni di dotarsi di un difensore civico. Più avanti, a Rimini conduce un corso di formazione rivolto alle associazioni presso il Centro Servizi per il Volontariato, e a Ravenna torna ancora anche in tempi molto recenti – 13 ottobre 2022 – per parlare di educazione alla pace, in un seminario promosso dall’associazione “Dalla parte dei bambini”.
Un pensiero alla Romagna è presente in uno degli ultimi due articoli di Daniele Lugli, scritti il venerdì precedente la sua morte per il suo blog su Azione nonviolenta. “Le notizie dell’alluvione vicina rattristano e preoccupano”, scrive. Ma prima ancora: “Mi piace andare al mare in primavera: fine aprile, maggio. C’è poca gente. A fare il bagno nessuno. Ho tutto il mare a disposizione. Così ci vado anche quest’anno. Gli anni e la stagione mi inducono però a rinviare il mio lento nuoto”. Forse proprio il nuoto, non più rinviato, gli sarà fatale. Durante un bagno in mare un malore improvviso porterà Daniele Lugli alla morte, sulla costa del suo Lido di Spina (Ferrara), il 31 maggio scorso.

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