Afghanistan e l’attuale crisi umanitaria

Dagli errori compiuti dall’Occidente e dalla caduta di Kabul, all’attuale crisi umanitaria e condizione femminile: una sconfitta a livello umano su cui riflettere

Da quando Joe Biden ha ritirato le truppe statunitensi dall’Afghanistan, dopo vent’anni di missione occidentale, i talebani hanno conquistato città dopo città fino alla caduta di Kabul, la capitale, il 15 Agosto 2021.

Tale evento segna la sconfitta perlopiù morale delle potenze europee e degli Stati Uniti d’America nell’aiutare il paese: il problema sta nel fatto che U.S.A. e NATO hanno sempre agito per scopi economico-politici più che ideologici, insabbiando il fallimento della missione fino a quella che di fatto è una ritirata.

l’Europa al momento è molto interessata all’argomento, non tanto per i crimini contro l’umanità che stanno avvenendo, quanto per l’emergenza migranti che potrebbero “invadere” il continente.

Nel frattempo a pagarne il prezzo sono uomini, donne e bambini che vengono ammazzati, stuprati, percossi o imprigionati e vivono in condizioni di povertà, scarsa igiene e malnutrizione.

Afghanistan nel 2022

Sono passati sei mesi dal ritorno dei talebani e l’Afghanistan è sull’orlo di una delle maggiori crisi umanitarie mai avvenute nella storia. C’è carenza di cibo e le madri sono costrette a vendere le proprie figlie per circa €250, ogni giorno ci sono proteste con morti, feriti e esecuzioni di persone che chiedono ai talebani di fornire le risorse delle quali hanno bisogno per sopravvivere, persone che rimangono bloccate nel paese con familiari “dall’altra parte” perché rifiutati dai paesi limitrofi e dall’Europa.

Oltre alla siccità climatica e all’ideologia fondamentalista dello Stato, le cause di tale crisi sono da ricercare nei fondi internazionali impiegati in spese militari piuttosto che in beni di prima necessità, e l’economia prevalentemente informale che non ha permesso una redditizia esportazione dei beni nell’ultimo anno.

Di contro i talebani a capo del paese chiedono il ripristino dei fondi internazionali per poter sfamare i cittadini: dal 24 al 26 gennaio in Norvegia si sono svolti i Colloqui di Oslo, nei quali la diplomazia Occidentale è rappresentata da diplomatici di Stati Uniti, Francia, Germania, Norvegia, Italia e Unione Europea; in tale occasione i talebani hanno chiesto di scongelare i fondi afghani (10 miliardi di dollari) e nonostante ciò non sia stato riconosciuto, questo incontro a porte chiuse nella patria del Nobel della Pace, è stato interpretato dal Governo Afghano come un segno di accettazione dell’istituzione talebana.

Recentemente, in una conferenza stampa a Ginevra, è intervenuta anche l’ONU sulla questione, chiedendo che venissero usati cinque miliardi di dollari, come soluzione d’emergenza per non far sprofondare il paese nella povertà, e chiedendo altri 623 milioni per i rifugiati nei paesi confinanti (Iran e Pakistan). Mai era stata chiesta cifra tanto alta dalle Nazioni Unite.

Ritorno al passato per le donne Afghane

Dal 2001 la popolazione femminile afghana si era risollevata andando incontro a progresso in tutti i campi, salute, istruzione, lavoro ecc…

C’è stato perfino un ampio calo delle gravidanze adolescenziali dovute a matrimoni forzati, stupri o rapimenti. Erano aumentate le iscrizioni a scuola e il tasso di occupazione femminile, anche in alcuni ambiti di rilievo come università o politica, così come si era ridotto il tasso di mortalità infantile e il rischio di morte pre-parto.

Ma in seguito del colpo di stato talebano del 2021 le condizioni di vita per le donne stanno tornando ad essere le stesse del 1996.

Donne Afghane che passeggiano a Kabul nel 1972, prima dei due mandati di governo Talebani.

I fondamentalisti non prevedono per la donna il lavoro o l’istruzione in forma mista, devono uscire di casa solo se accompagnate da un uomo e devono utilizzare il burqa integrale.

Solo il 45% delle donne era a favore di un ritorno dei talebani, contro il 71% degli uomini (Asia Foundation 2019).

Malala Yousafzai, attivista pakistana, lotta contro tutto questo da molti anni ormai; nel 2012 le hanno sparato alla testa ma è sopravvissuta, si è rialzata e ha continuato la sua lotta fino a quando nel 2014 ha anche ricevuto il Nobel per la pace. Nel 2021 fa di nuovo sentire la sua voce e dice:

“C’è solo un paese al mondo che impedisce alle ragazze di studiare, l’Afghanistan. Tutti i leader devono compiere azioni urgenti e decisive per riportare a scuola tutte le ragazze afgane”.

Malala Yousafzai

E l’interruzione degli aiuti dei fondi internazionali non ha fatto altro che peggiorare la situazione.

Il due Febbraio sono state riaperte le università pubbliche alle donne in alcune città del paese, con tanto di guardie armate all’ingresso, tuttavia le studentesse frequenteranno classi separate e orari diversi dai colleghi maschi; tale decisione sembra dettata però da un secondo fine, ovvero quello del riconoscimento internazionale.

Di Iacopo Masotti

 

Sitografia e Bibliografia

Internazionale n.1445 pg. 30

Wired: https://www.wired.it/attualita/politica/2021/08/13/afghanistan-talebani-usa-fallimento/ e https://www.wired.it/attualita/politica/2021/08/23/afghanistan-donne-istruzione-lavoro-scuola-talebani/

Voci Wikipedia: Talebani, Caduta di Kabul e Malala Yousafzai.

Euronews: https://it.euronews.com/2022/01/24/colloqui-a-oslo-tra-talebani-e-occidente-nessun-riconoscimento-del-governo-talebano

Repubblica:https://www.repubblica.it/esteri/2021/10/17/news/l_appello_di_malala_ai_leader_del_mondo_riportate_subito_a_scuola_le_ragazze_afghane_-322679994/

RaiNews: https://www.rainews.it/articoli/2022/01/cinque-miliardi-di-dollari-per-lafghanistan-lappello-dellonu-per-salvare-il-paese-991c6960-d659-45f3-9c5c-a924d47a9520.html

Fatto Quotidiano: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/02/afghanistan-riaprono-le-universita-le-donne-ammesse-solo-in-classi-diverse-la-mossa-dei-talebani-per-il-riconoscimento-internazionale/6477837/

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