Repubblica Democratica del Congo: tra ricchezza e conflitti

L’attacco in cui sono morti l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere che lo scortava e il loro autista ha acceso i riflettori sul contesto di guerre e conflitti che da più di 20 anni investe in particolare l’est della Repubblica Democratica del Congo.

La Repubblica democratica del Congo, detta anche Congo è uno stato dell’Africa centrale. Si distingue dalla Repubblica del Congo sebbene condividano nomi quasi identici e culture abbastanza simili. La RDC è il terzo paese più grande in Africa al contrario della Repubblica del Congo molto più piccola sia dal punto di vista geografico che demografico con una popolazione di soli 5 milioni di persone contro una popolazione che supera i 10 milioni di abitanti. La rivista ‘Nigrizia’, guardando alla Repubblica Democratica del Congo ci parla di una vera e propria ‘maledizione’ della terra alla base dei conflitti che la caratterizzano, in particolare nelle province dell’Est, in riferimento alle difficoltà di accesso alla terra.

Se da un lato facciamo riferimento a questo territorio, come evidenziato nella scheda di questo paese, come ad un territorio fertile, ricco di risorse materiali e minerali tra i più ricchi dell’Africa, la Repubblica Democratica del Congo è anche l’aerea dove si registrano più crimini, violenze, abusi, rapimenti, attacchi ai villaggi e altre violazioni dei diritti umani in costante aumento. Se i crimini segnalati sono molti, quelli effettivi sono di più considerato che altrettanti non vengono denunciati e quindi non risultano nel totale. Tra i responsabili delle violenze ci sarebbero i numerosi gruppi armati che operano nell’area e in minor misura i militari, ad alimentare i conflitti sarebbero tensioni intercomunitarie, vicende fondiarie, sfruttamento illecito delle risorse naturali e l’imposizione di una tassazione illegale.

Difatti, la difficoltà di accesso alla terra rappresenta una delle cause di conflitto maggiori, in particolare nelle province dell’est dove quest’ultima è fonte di potere per le élite politiche e oggetto di sopravvivenza per le popolazioni locali. Il suolo fertile è la risorsa principale di sostentamento ma ha anche un ruolo comunitario, identitario e centrale nella distribuzione del potere. Il capo tradizionale, che nel Nord e Sud Kivu prende il nome di Mwami, esiste solo in relazione alle terre che controlla. All’interno di questo contesto frammentato la distribuzione delle terre è un modo per includere o escludere dalla comunità.

Vita e diritti umani sembrano passare in secondo piano difronte al desiderio di ricchezza e controllo sui territori. Le vicende fondiarie attraversano diverse fasi, dal potere tradizionale al controllo coloniale, dalla nazionalizzazione di Mobutu alla polverizzazione delle nuove élite. Lo stato ha promosso l’espropriazione dei terreni comunitari e un controllo del suolo e del sottosuolo, ma al contempo ha favorito la nascita di proprietà private e il risultato è una gestione diseguale delle risorse. Da qui il paradosso del Congo: ricco di risorse, uno dei paesi più ricchi al mondo sotto questo aspetto, ma in fondo alla classifica dello sviluppo umano al 175° posto dello Human Development Index dell’Onu.

Le teorie sulla morte di Attanasio, Iacovacci e l’autista congolese Mialmbo sono tante e varie, dall’esecuzione per ritorsione, tentato rapimento per riscatto e/o vendetta, addirittura si è pensato ad un errore, a un fuoco amico. Certo è che episodi tragici come questi accelerano il declino di questo paese, che nasconde tanta ricchezza, ma anche tante problematiche riscontrabili attraverso i fatti di cronaca. Non possiamo fare altro che augurarci che la verità venga a galla e giustizia sia fatta per queste vite spezzate.

Vittoria Rossi, tirocinante al Centro Pace Forlì

FONTE PRINCIPALE: https://www.nigrizia.it/notizia/rd-congo-la-maledizione-della-terra

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