Lo scorso 3 febbraio un giovane italiano di 28 anni, Luca Traini, ha compiuto un attacco di matrice razzista e fascista a Macerata, sparando dalla propria macchina contro uomini e donne di colore, colpevoli soltanto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma soprattutto, secondo la folle logica dell’attentatore, colpevoli di avere la pelle del colore sbagliato.
Fortunatamente Traini, ex candidato della Lega Nord e, secondo gli amici, vicino agli ambienti di estrema destra “Forza Nuova” e “Casapound”, non ha ucciso nessuna delle sei vittime del suo gesto folle.
Al momento del suo arresto, in piazza Vittoria, Traini, avvolto nel tricolore, ha gridato “Viva l’Italia”.
Il gesto di Luca è stato lucido, al momento dell’arresto infatti il colonnello dei Carabinieri Michele Roberti ha dichiarato che Traini era perfettamente consapevole di ciò che aveva appena commesso e che non era sotto l’effetto di droghe o alcool. L’atto è stato considerato come una vendetta per la morte di Pamela Mastropietro, una giovane diciottenne di Macerata, morta probabilmente in seguito ad overdose, il cui corpo è stato trovato, fatto a pezzi, in una valigia.
Sono sospettati di avere smembrato e occultato il cadavere 4 giovani di origine nigeriana, tra cui lo spacciatore che aveva venduto la droga a Pamela, Innocent Oseghali.
Quella di Luca sembra una folle vendetta per la scomparsa della giovane, indirizzata però non contro l’eventuale assassino di Pamela, ma contro tutte le persone di colore.
L’azione, di ispirazione razzista e fascista, non è un gesto isolato, ma la punta di un iceberg di una serie di episodi di violenza e intimidazione, commessi da neofascisti e simpatizzanti legati agli ambienti di estrema destra; secondo il Collettivo antifascista di Bologna “Infoantifa Ecn” dal 2014 gli episodi sono stati 142, un numero allarmante in un Paese come l’Italia, che dovrebbe definirsi civile.
Forse in pochi ricorderanno alcuni degli episodi più gravi: il 5 luglio 2016, a Fermo, Amedeo Mancini, un ex pugile vicino agli ambienti neofascisti di estrema destra, aveva chiamato “Scimmia Africana” una giovane nigeriana prima di uccidere con un pugno il fidanzato, “colpevole” di aver risposto verbalmente ad alcune offese perpetrate dall’assassino.
L’Italia sembra essere attraversata negli ultimi anni da una rinascita vigorosa di posizioni fasciste e dalla nascita di nuovi partiti e movimenti neofascisti come “Casapound” e “Forza Nuova”.
Nel 2001 la pagina Facebook di Forza Nuova aveva circa 1500 iscritti, oggi ne conta 241 mila, ventimila in più della pagina del Partito Democratico.
La diffusione e la propaganda di idee razziste, xenofobe, fasciste e naziste sono incredibilmente facilitate dalla rete web.
Nel 2016 secondo Anpi esistevano circa 500 siti web che esaltavano il fascismo; secondo un portavoce “Sono siti che diffondono l’odio, specialmente contro i migranti”. Sono i migranti stessi spesso le vittime della violenza fisica e verbale di questi gruppi; per chiunque abbia un minimo di familiarità con Facebook non è strano imbattersi in pagine e gruppi, come il “Primato Nazionale”, che diffondono false notizie su illeciti e reati compiuti appunto dagli stranieri.
Quello che preoccupa forse ancor di più è lo scarso impegno delle istituzioni nel contrastare la nascita e la diffusione di movimenti, gruppi, siti web che chiaramente si rifanno a posizioni fasciste. Le idee fasciste, di odio contro lo straniero, trovano spesso un terreno fertile in giovani che, privi di una cultura scolastica, in un periodo di forte crisi economica e di disoccupazione sono portati ad identificare nello straniero la causa di tutti i mali e nel fascismo l’unica soluzione.
Personalmente ritengo che sia soprattutto l’ignoranza, nel vero e proprio senso di ignorare, a permettere a macchia d’olio la diffusione di posizioni che in uno Stato, con un minimo di raziocinio, non dovrebbero trovare tanto terreno fertile.
Oggi ai giovani basta un post di poche righe su Facebook che illustra i “benefici” apportati dal fascismo, come occupazione, ordine, economia in crescita e zero tolleranza verso lo straniero, per essere affascinati e portati a sentirsi vicino a posizioni di estrema destra, senza interrogarsi e sapere cosa sia stato effettivamente il ventennio fascista in Italia e quali disastrosi esiti abbia causato.
La disagiata condizione economica di molti individui poi li porta ad identificare lo straniero, beneficiario sempre secondo le “veritiere notizie” ricavate da Facebook di mille privilegi inaccessibili agli Italiani, come la causa principale della propria situazione e come bersaglio del proprio odio. Come dicevo le istituzioni e i partiti politici in toto stanno facendo poco o niente per evitare che il fascismo goda di una così grande popolarità: il Governo non è stato in grado lo scorso luglio, per opposizione del Movimento 5 Stelle, di approvare la legge che avrebbe previsto l’inserimento nel Codice Penale del reato di Apologia del Fascismo e del Nazismo e soprattutto non è stato in grado di punire e condannare coloro che infrangono le leggi già esistenti in tema di apologia del fascismo e del nazismo, come la legge Scelba e la legge Merlin.
Gli altri rappresentanti politici invece tendono spesso a sdrammatizzare le azioni violente commesse da individui dichiaratamente vicini agli ambienti di estrema destra: tutti i maggiori esponenti politici, esclusa la Presidente della Camera Laura Boldrini, hanno infatti catalogato il fatto come un’aggressione violenta, non volendo apporre l’aggettivo fascista accanto. Matteo Salvini inoltre utilizza con frequenza la sua pagina Facebook per lanciare accuse contro gli stranieri: anche se il suo intento esplicito non è quello di fomentare le idee di estrema destra, indirettamente il capo del partito leghista favorisce la diffusione di idee di matrice fascista e neofascista.
Se vogliamo evitare che la nostra società, invece di progredire e diventare civile nel vero e proprio significato della parola, torni ad essere come quella degli anni ’20, è necessario che le istituzioni favoriscano la diffusione di una cultura anti-fascista, partendo proprio da quella classe politica che dovrebbe difendere la nostra Costituzione e i sacrifici che i nostri nonni e nonne hanno sostenuto. È inoltre indispensabile che le scuole di tutti i livelli e gradi spieghino ai nostri giovani che il regime di Mussolini era una dittatura tremenda, che ha portato il nostro Stato sull’orlo della distruzione.
Michael Scrima