‘’ Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti’’, è questo ciò che si propone di fare l’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030.
Tale obiettivo mira a garantire a tutti i bambini, giovani, adulti, con uno sguardo particolare ai più emarginati e vulnerabili, un accesso ad un’istruzione e a una formazione adeguata alle proprie esigenze e al contesto in cui essi vivono.
L’istruzione primaria non è ancora accessibile a tutti nei Paesi in via di sviluppo
Nel mondo vi sono 750 milioni di adulti analfabeti; in Italia permangono forti disuguaglianze tra le regioni. L’iscrizione nelle scuole primarie nei Paesi in via di sviluppo ha raggiunto un ottimo risultato: circa il 91%, ma 57 milioni di bambini ne sono ancora fortemente esclusi. Più della metà dei bambini non iscritti a scuola vive in Africa subsahariana; si calcola che il 50% dei bambini, all’interno della fascia d’età in cui è possibile ricevere l’istruzione primaria, che non ha mai frequentato la scuola vive in zone colpite duramente dai conflitti.
I Goals dell’obiettivo
Ma vediamo ora alcuni Goals di tale Obiettivo:
4.2 Garantire entro il 2030 che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, ed un accesso a cure ed istruzione prescolastiche così da essere pronti alla scuola primaria.
4.3 Garantire entro il 2030 ad ogni donna e uomo un accesso equo ad un’istruzione tecnica, professionale e terziaria -anche universitaria- che sia economicamente vantaggiosa e di qualità.
4.5 Eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene ed i bambini in situazioni di vulnerabilità
4.7 Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.
4.b Espandere considerevolmente entro il 2020 a livello globale il numero di borse di studio disponibili per i paesi in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati africani, per garantire l’accesso all’istruzione superiore – compresa la formazione professionale, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i programmi tecnici, ingegneristici e scientifici – sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo
4.c Aumentare considerevolmente entro il 2030 la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo.
Ma a che punto si è arrivati nel nostro Paese?
Di fronte alla tempesta che ha investito il mondo dell’istruzione e alla sfida della Didattica a distanza, è di primaria importanza contenere l’esplosione delle disuguaglianze e tutelare la qualità educativa. L’Italia, in questo campo, risulta tra gli ultimi Paesi in Europa. L’emergenza sanitaria da Covid-19, infatti, ha avuto un impatto importante su quello che è l’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030: alla fine del 2019, pochi mesi prima dell’impatto pandemico su tutta la popolazione, si vedevano già diversi cambiamenti nel campo dell’istruzione: a causa delle difficoltà nel reperire il personale docenti il Governo emanò, durante gli ultimi giorni di ottobre, un Decreto-Legge per accelerare il reclutamento; l’obiettivo era di bandire concorsi per avere in cattedra, entro settembre 2020, circa 50mila nuovi docenti (Asvis 2020); a dicembre, inoltre, la Legge di Bilancio 2020 ha reperito risorse aggiuntive per il sistema su quattro versanti, quali: sblocco del rinnovo contrattuale per il triennio 2019-21; ammodernamento degli spazi e dell’edilizia scolastica (questo punto, in particolare, riguarda il Target 4.A. dell’Obiettivo) e uno sviluppo infantile precoce di qualità per la fascia 0-6 anni.
La Didattica a Distanza: una nuova modalità di apprendimento
La chiusura delle scuole ha attuato un nuovo percorso e nuove modalità di apprendimento: la DAD (Didattica a Distanza). Quest’ultima ha avuto notevoli ricadute su quelli che sono i processi di insegnamento e apprendimento, non da escludere, allo stesso modo, le capacità di inclusione degli studenti; infatti, molti di essi, circa il 12,3%, non disponevano, ad inizio pandemia, un pc o un tablet a casa. A fine marzo, con il Decreto ‘’Cura Italia’’, vengono stanziati 85 milioni per piattaforme, device digitali, connessioni di rete e formazione del personale scolastico.
Con il Decreto Rilancio, convertito poi in legge, si può osservare un trattamento differente per quel che riguarda le scuole e le università rispetto agli anni precedenti; ad entrambi, infatti, sono state destinate abbondanti risorse. I Decreti successivi hanno previsto lo stanziamento di nuovi fonti per la fruizione della Didattica integrata.
Attraverso il grafico è possibile notare come, tra il 2010 ed il 2014, vi sia stato un miglioramento effettivo della didattica italiana; dal 2014, però, la positività inizia ad assumere un processo inverso, vi è un peggioramento, dovuto alla diminuzione della partecipazione culturale, delle competenze di base in lettura e di più basso tasso di partecipazione alle attività educative dei bambini. L’Italia si trova in una posizione poco elevata rispetto alla media europea, differenza che risalta maggiormente per quel che riguarda il tasso di istruzione terziaria, 27,6% nel 2019, rispetto al 41,6% medio europeo. Durante la Pandemia da Covid-19 molti sono stati gli studenti, di differenti fasce di età, che hanno riscontrato problematicità nel seguire con costanza le lezioni in modalità ‘’a distanza’’, soprattutto per mancanza di dispositivi tecnologici in famiglia. Vi è stata, altresì, una grande fetta di studenti che ha proseguito con l’abbandono scolastico, soprattutto nelle fasce più fragili della popolazione italiana. Questi fatti, insieme al drastico calo di lavoratori che partecipano alle attività formative, confermano la negatività che la crisi sanitaria ha avuto su tale obiettivo.
Lo shock subito obbliga a cogliere la sfida della DAD per poter migliorare l’accesso alla conoscenza, la qualità dell’apprendimento e poter ridurre le disuguaglianze e offrire anche agli adulti occasioni di formazione continua.
E l’Europa?
A livello europeo vi sono delle sostanziali differenze tra i diversi Paesi: il valore più alto, di miglioramento, è da riconoscere all’Irlanda mentre, il valore minimo, alla Romania. Tranne Olanda e Bulgaria, tutti i Paesi europei hanno presentato notevoli miglioramenti rispetto al 2010; Polonia e Portogallo, ad esempio, hanno vissuto un miglioramento molto rilevante. Grecia, Bulgaria e Romania vivono un importante ritardo rispetto alla media europea, dovuto alle minori competenze di base. L’Italia, come già osservato, si pone tra gli ultimi Paesi europei.
https://asvis.it/rapporto-asvis-2020/