30 luglio: Giornata internazionale contro la tratta degli esseri umani

Un crimine che vede uomini, donne e bambini vittime di gravi forme di sfruttamento, tra le quali il lavoro forzato e lo sfruttamento sessuale. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) stima che 21 milioni di persone siano vittime del lavoro forzato, qui ricomprese anche le vittime di sfruttamento sessuale”  (Onu Italia).

La tratta di esseri umani consiste nel reclutare, trasportare o prestare alloggio a persone, nel passaggio dal loro Paese a un altro, attraverso l’uso di violenza (coercizione, forza, inganno, minaccia) o sfruttamento di una posizione di vulnerabilità, intesa nel senso fisico, psicologico e morale; al fine di riceverne un guadagno in forma di denaro o altri benefici, che portino il trafficante ad avere il controllo o il possesso sul trafficato. Le fasi della tratta sono tre: reclutamento-gestione-sfruttamento. Il trafficante ha la necessità che il migrante arrivi a destinazione e il rapporto si basa sulla dipendenza. Il 90% delle vittime di tratta sono donne e minori.

Ogni anno milioni di persone in tutto il mondo finiscono nelle mani dei trafficanti, vengono schiavizzate e private dei loro diritti fondamentali. Tale forma di “moderna schiavitù” è conseguenza di componenti socio-economiche quali povertà, violenza familiare, emarginazione e mancanza di istruzione. Ma non solo, conflitti, crisi umanitarie e condizioni climatiche avverse obbligano le persone ad abbandonare i loro luoghi di origine per poter sopravvivere. Tra questi donne e bambini, che rappresentano il segmento della popolazione più esposto a pratiche di sfruttamento. I conflitti armati alimentano in modo particolare la tratta di esseri umani. Questo fenomeno coinvolge tutte le aree del mondo in misura diversa: le vittime appartengono principalmente ai Paesi poveri, ma sono spesso deportate e sfruttate nei Paesi ricchi e nessuna nazione è veramente esente dal coinvolgimento nel fenomeno.

Vediamo ora nel dettaglio le misure adottate a livello internazionale negli anni contro la tratta di esseri umani:

Nel 2010, l’Assemblea Generale ha adottato un Piano Globale d’Azione per la lotta alla tratta di esseri umani. Il piano esorta i governi di tutti i paesi a intraprendere azioni coordinate per sconfiggere questo male che affligge la società. Il Piano esprime la necessità di includere la lotta al traffico nei programmi più ampi delle Nazioni Unite, affinché lo sviluppo e la sicurezza a livello mondiale vengano rafforzati.

Nel 2013 l’Assemblea Generale ha tenuto un incontro di alto livello per la valutazione del Piano Globale d’Azione. I Paesi Membri hanno adottato la risoluzione A/RES/68/192, designando il 30 luglio come ricorrenza per la Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani.

A settembre 2015, i governi di tutto il mondo hanno aderito all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile accogliendo anche gli obiettivi e i target che riguardano la tratta. Le misure mirano a eliminare qualsiasi forma di violenza e di sfruttamento di donne e bambini.

Un altro importante avvenimento è stato il Summit per i Rifugiati e i Migranti che portò alla rivoluzionaria Dichiarazione di New York. Delle 19 promesse della Dichiarazione sottoscritte dai Paesi, 3 sono volte ad azioni concrete contro la tratta di esseri umani.

L’UNICRI ha sviluppato un ampio programma, che ha consentito la cooperazione tra le autorità e le forze dell’ordine italiane e nigeriane nel contrastare i gruppi della criminalità organizzata. Il programma prevedeva assistenza alle vittime, anche attraverso il coinvolgimento di organizzazioni della società civile in Italia e Nigeria e attraverso il numero verde contro la tratta.

Invece il quadro normativo a livello nazionale è molto chiaro: la tratta di esseri umani è espressamente punita nel nostro ordinamento dall’entrata in vigore della legge n. 228 del 2003, con la quale sono stati riscritti gli articoli del codice penale già relativi alla riduzione in schiavitù (artt. 600, 601 e 602); i quali inaspriscono le pene per coloro i quali riducano una persona in schiavitù, o in una condizione analoga alla schiavitù.

Abraham Lincoln disse “è stato così in tutte le epoche del mondo, che alcuni hanno lavorato e altri hanno, senza lavoro, goduto di una gran parte dei frutti. Questo è sbagliato e non deve continuare” ma ciò a cui assistiamo oggi non è solo la strumentalizzazione della tenerezza, ma è la perdita della speranza e del valore di un futuro.

Chiara Cifani

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