1°marzo 2021 – Giornata internazionale contro la discriminazione

“What is a minority today, will be the majority of tomorrow…”

Hyderabadi Maratha

In occasione della “Giornata contro la discriminazione” (oggi 1 marzo), il Centro Pace vuole ricordare come questo non sia solo un diritto, ma anche un impegno quotidiano. 

Per citarne alcuni, l’art. 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani prevede che “tutti [siano] eguali dinanzi alla legge e [abbiano] diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge” e che “tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione”.

Analogamente viene affermato, sia nella Convenzione Europa dei Diritti dell’Uomo che nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che «Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti….deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione” e che “è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, [su] il patrimonio,…la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale”.

La stessa Costituzione Italiana contiene una disposizione simile (art. 3).

Eppure solo facendo “zapping” in tv o visitando vari social media, è palese che questa filosofia, perché la non-discriminazione può essere intesa anche come modus operandi, non sia condivisa da tutti. Quante volte sentiamo o leggiamo notizie che riportano aggressioni fisiche e/o verbali dettate solo dal sentirsi superiori rispetto ad altri individui, perché questi non si “conformano” ai canoni standard religiosi, culturali e sociali? Quante volte assistiamo a trattamenti chiaramente distinti in luoghi pubblici come ristoranti, mezzi di trasporto, uffici pubblici basati semplicemente sulla nazionalità o il genere delle persone?

Che sia la paura del diverso? Che sia ignoranza? Qualunque siano le “motivazioni”, non giustificabili a priori, le “armi” per combattere non-violentemente questo fenomeno esistono: l’educazione al rispetto e alla conoscenza, all’apprendere come allargare i propri orizzonti e non considerare il proprio giardino come l’unico esistente e il più rigoglioso di tutti, al sapersi mettere “nei panni altrui”, all’empatia. Questi sono tutti strumenti e abilità che possono e devono essere sviluppate da ognuno.

Come già detto, la non-discriminazione non è solamente un diritto, ma anche un dovere, affinché nessuno sia più vittima di tali atti e ci auguriamo che in futuro questi episodi si riducano progressivamente, fino a scomparire.

Rebecca Marchegiani

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