In occasione della ”Giornata Internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale” (21 marzo – ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1966), il Centro Pace vuole promuovere le iniziative che si terranno per tutta la settimana a venire, ossia dal 21 al 27 marzo, realizzate dal Comune di Reggio Emilia, in qualità di parte costituente della Rete Delle Città del Dialogo.
Perché queste date? La scelta si ricollega alla ricorrenza del tragico massacro di Sharpeville, avvenuto in Sudafrica il 13 marzo 1960, quando la polizia aprì il fuoco su un gruppo di persone di colore che protestavano contro l’apartheid, uccidendone 69 e ferendone 180.
Prima di spiegarvi brevemente come sarà strutturato l’evento, chiediamoci, cos’è il razzismo?
Per razzismo si intende il “manifestare diffidenza e disprezzo per le persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre”, in base alla convinzione che vi siano razze superiori alle altre e che le razze inferiori debbano essere discriminate e dominate da quelle superiori. Il razzista è colui che offende, minaccia, discrimina una persona a causa della sua diversità.
Il razzismo è, inoltre, un fenomeno storico, e le forme assunte nel corso del tempo sono molteplici. Potremmo definire “razzismo istituzionalizzato” quel fenomeno che si sviluppò a partire dal XVII secolo, in seguito alle scoperte geografiche e al colonialismo. Non pensiamo ci sia bisogno di approfondire le disumane conseguenze di tutto ciò (come il massacro delle popolazioni indigene da parte dei Conquistadores e la tristemente famosa “tratta degli schiavi”, definita anche black holocaust o maafa – grande tragedia, ufficiosamente abolita ad inizio XIX secolo). La logica di fondo si basava su una presunta superiorità biologica, del tutto infondata, secondo cui si iniziò a pensare che i bianchi fossero superiori e che gli altri popoli non potessero conseguire gli stessi risultati (pensiamo solo al testo di R. Kipling “The White Burden”). Altri paradigmi di razzismo istituzionalizzato sono la persecuzione ebraica, l’apartheid, la segregazione razziale negli USA, tutti fenomeni riconducibili al secolo scorso, non tanto tempo fa, contro la quale personaggi come M. L. King hanno lottato duramente, anche a costo della loro vita.
Oggi non si dovrebbe neanche aver più bisogno di ricordare e di sottolineare l’infondatezza, la nocività e l’assurdità che caratterizzano la discriminazione di razza, di religione e di appartenenza sociale, ma sappiamo benissimo che sarebbe utopico ed irrealistico presumere che con le sole convenzioni regionali ed internazionali e gli attuali precetti costituzionali (vedi articolo blog 1 marzo – Giornata Internazionale contro la discriminazione), la xenofobia – paura del diverso – non esista più.
Frequentemente, se non giornalmente, si verificano numerosi atti discriminatori, e non parliamo solamente dei casi più eclatanti, come l’uccisione di George Floyd che ha dato vita al Black Lives Matter Movement, ma di altri esempi che si apprendono dai quotidiani: ad esempio, lo scuolabus negato alla bimba nomade nel Torinese, la casa negata a Faitha nell’Imolese, perché straniera, (da La Repubblica). Questi sono solo alcuni esempi di discriminazione razziale che non necessariamente implicano l’uso di violenza fisica, spesso bastano poche parole per discriminare una persona, come nel caso di hate speech nel web, soprattutto in un momento in cui l’odio sia antisemita (i.e. teorie complottiste antisemite sull’origine della malattia) che contro le persone di origine asiatica, è stato alimentato dalla stessa pandemia.
A tutto ciò si aggiunge anche l’indifferenza che crea altrettante vittime, ed è per questo che esistono iniziative come quella organizzata da Reggio Emilia. Come Forlì e Ravenna, il comune di Reggio Emilia è una delle 28 città che compongono la Rete delle Città del Dialogo, la più numerosa tra i network nazionali aderenti al Programma ICC – Intercultural Cities – sostenuto dal Consiglio d’Europa. Insomma, non si tratta di un evento locale qualsiasi, bensì di un progetto di portata internazionale, volto alla sensibilizzazione della cittadinanza e alla condivisione di politiche per il miglioramento del dialogo interculturale. Funzionale a tutto ciò sono sia la “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale” che la “Settimana contro il razzismo”. Tra le attività pensate vi è la pubblicazione del podcast “ChiacchieRE” e la campagna di comunicazione dal titolo “Italian Cities Against Racism” e non solo. Purtroppo, la situazione pandemica non rende possibile lo svolgimento di eventi in presenza.
Ad ogni modo, questa è solo una breve introduzione del progetto; per maggiori informazioni, vi invitiamo a consultare direttamente il sito della “Rete Città del Dialogo” e del comune di Reggio Emilia, in cui troverete tutta la programmazione nel dettaglio.
Per concludere, come già detto, la non-discriminazione non è solamente un diritto, ma anche un dovere, affinché nessuno sia più vittima di tali atti, e ci auguriamo che iniziative come queste possano contribuire al raggiungimento di una società libera da violenza e discriminazione.
Centro per la Pace Forlì-APS
Fonti:
https://www.google.it/amp/s/bologna.repubblica.it/cronaca/2020/08/09/news/imola_la_denuncia_mi_hanno_negato_la_casa_perche_sono_straniera_-264148409/amp/
https://www.google.it/amp/s/torino.repubblica.it/cronaca/2020/11/15/news/non_e_residente_bimba_nomade_nel_torinese_resta_senza_scuola_bus-274491034/amp/
Il covid ha favorito razzismo e intolleranza
https://www.onuitalia.it/giornata-internazionale-per-leliminazione-della-discriminazione-razziale/