Nonviolenza e militarismo: due sistemi a confronto

A cura di Vittoria Consoli, tratto da un intervento di Raffaele Barbiero, giugno 2023

“Pace” è la parola chiave di questo intervento, in cui andremo ad approfondire la sua tutela e il suo conseguimento.

Iniziamo con un excursus giuridico, elencando gli articoli che si impegnano al mantenimento della suddetta.

Articolo 52 della Carta delle Nazioni Unite il quale, in breve, fa riferimento alla risoluzione in maniera pacifica di controversie, prima di tutto a livello locale o regionale e, se necessario, per deferimento del Consiglio di Sicurezza, formato da dieci membri non-permanenti più cinque permanenti (Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti).

Articolo 3 del Trattato sull’Unione Europea, che recita “L’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli”.

Articolo 11 della Costituzione Italiana, “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Articolo 51 della Carta ONU a cui fa riferimento la NATO che recita “Nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale…”

Dunque, come si consegue la pace? Per via diplomatica, militare e nonviolenta. Le ultime due le andremo di seguito ad approfondire, mantenendo una linea parallela in modo da evidenziarne le componenti.

AZIONE MILITARE AZIONE NONVIOLENTA
Regolata dal Nuovo Modello Nazionale di Difesa introdotto dal Ministro della Difesa Virginio Rognoni (DC, Governo Andreotti) nel 1991 il quale attesta l’impegno delle Forze Armate a garantire sia la difesa degli interessi italiani fuori dai confini nazionali (primo “vulnus” alla Costituzione italiana art.11), sia il contributo dell’Italia alla sicurezza internazionale. Regolata dalla Sentenza della Corte Costituzionale nr. 164 del 1985 che riconosce pari dignità tra il Servizio Militare e il Servizio Civile (e l’Obiezione di Coscienza) come metodi alternativi finalizzati al perseguimento del dovere di difesa sancito dall’art. 52 della Costituzione, che recita “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.
Risorse a disposizione: il bilancio della Difesa dello Stato italiano è di 25 miliardi di euro con l’impegno di portarlo fino a 38 miliardi dal 2024. La struttura che lo compone è quella del Ministero della Difesa con l’aggiunta di almeno 95 mila persone in servizio nelle Forze Armate. Questo personale gode del privilegio di avere il 30% dei posti riservati in forma breve o prefissata nella Pubblica Amministrazione (D.Lgs 66/2010, art. 1014) in caso di interruzione anticipata del proprio lavoro di militare.1 Risorse a disposizione: non gode di un fondo finanziato erogato in forma stabile e continuativa
(vi è stata una sperimentazione di corpi civili di pace iniziata nel 2014 e non ancora conclusa che dovrebbe coinvolgere 500 persone con una spesa di 9 milioni di euro complessivi -legge finanziaria 2014-). Non possiede alcuna struttura istituzionale, ma piuttosto poche decine di persone che operano attraverso accordi con gli Enti Locali o con associazioni o ONG medio/grandi (Emergency/Operazione Colomba).
Chi insegna l’arte della guerra? Oltre ad alcune convenzioni con le università italiane, esistono la Scuola Militare Aeronautica di Firenze (dal 2006), l’Accademia Militare di Modena (dal 1678), la Scuola Nunziatella di Napoli (dal 1787), la Scuola Militare Teulié di Milano (dal 1802) ed infine la Scuola Militare Cecchignola di Roma (dal 1920). Chi insegna l’arte della pace? A questo riguardo si impegnano nell’insegnamento di strategie pacifiche l’Università di Pisa presso il Centro interdisciplinare di Scienze per la Pace (CISP)2, l’Università di Padova presso il Centro di Ateneo dei Diritti Umani Antonio Papisca, con referente il prof. Marco Mascia. Un’altra interessante iniziativa è RUNIPACE, nata il 10 settembre 2022 dopo un percorso di 2 anni; viene promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) con 71 atenei aderenti all’iniziativa3, con il prof. Marco Borraccetti come referente dell’Università di Bologna. Al momento non esiste nessun corso operativo che avvii un percorso di studi o che offra sbocchi lavorativi sulla mediazione dei conflitti attraverso metodologie nonviolente.
I membri delle cinque forze armate godono inoltre di una serie di agevolazioni ad esempio presso centri sportivi e palestre, strutture alberghiere convenzionate, studi legali convenzionati, servizi sanitari, percorsi lavorativi e formativi, pensione, trattamenti assicurativi e tanto altro. Per quanto riguarda questa branca non è prevista alcuna agevolazione, a meno che non si sia inseriti in un percorso di servizio civile universale per il quale grazie al D.Lgs. 40/2017 art. 13 viene erogato un contributo finanziario di 444 euro con l’aggiunta di un’indennità giornaliera che può variare dai 13 ai 15 euro giornalieri per i volontari dai 18 ai 28 anni d’età, per un servizio di intervento svolto all’estero.
Di recente poi si sono aggiunte ulteriori agevolazioni per chi fa servizio civile universale in campo lavorativo: (dall’anno 2023) riserva di posti del 15% per assunzioni di personale non dirigenziali della P.A. e vi erano già crediti formativi (per lo studio e la formazione professionale).

Cosa fare in campo militare? Vediamo qualche proposta:

  • Nascita degli Stati Uniti d’Europa, termine con cui si definiscono diversi ipotetici scenari di unificazione europea, orientati verso modelli federali simili a quello di un singolo Stato unitario decentrato (simile al Regno Unito) e a quello di una singola federazione di Stati (simile agli Stati Uniti d’America), come era immaginato da diversi politologi e politici. Gli Stati Uniti d’Europa sono largamente immaginati come una “superpotenza” paragonabile o anche più potente degli Stati Uniti d’America. Con 446 milioni di abitanti, diventerebbe il terzo paese più popolato al mondo.4

Se questa ipotesi venisse messa in atto, con la creazione di un opportuno governo dell’UE e con l’istituzione di una politica estera di difesa, si otterrebbe una maggiore rappresentanza europea, che tutt’oggi non si riesce a conseguire.

  • Esercito Europeo impostato in un’ottica di polizia internazionale, dotato di un’unità di intervento per conflitti degenerati in violenza e un’ulteriore unità di difesa del territorio e delle comunità dell’UE coerenti ai principi di difesa.

A livello italiano, invece, potrebbe certamente essere utile una riduzione delle spese militari, un taglio alle spese che non hanno proprietà difensive e una revisione delle missioni militari all’estero. A tal proposito, secondo la fonte del Ministero della Difesa, le operazioni internazionali dell’esercito italiano in atto o già concluse risultano essere quattro per la NATO, due per l’ONU, tre per l’UE e tre sotto la voce “altre operazioni”, fra cui una in Iraq non autorizzata dall’ONU.

Cosa fare invece per la pace e la nonviolenza? Qualche ipotesi:

  • istituire il Dipartimento per la Difesa Civile non Armata e Nonviolenta, delineato dalla proposta di legge nr. 3484 di iniziativa popolare che giace in parlamento dal 2015;
  • istituire e finanziare i Corpi Civili di Pace Europei proposti da Alexander Langer nel 1994, adottati con una raccomandazione del Parlamento Europeo il 2 febbraio 1999 e dopo aver svolto due studi di fattibilità rispettivamente nel 2004 e 2005;
  • promuovere e sottoscrivere il Trattato di Proibizione delle Armi nucleari (TPNW) dell’ONU entrato in vigore il 22 gennaio 2021.

“Il modo dell’azione nonviolenta si può descrivere come una “terza via”, un’alternativa fra il sottomettersi alle ingiustizie e la reazione violenta contro di esse. Molta gente non riesce a vedere le due alternative più comuni, dunque o accettano passivamente la situazione ingiusta, o si preparano ad usare la violenza per difendere i loro diritti. Sfortunatamente, chi usa questo secondo modo, spesso non è in grado di controllarlo o di fare in modo che non opprima altri. La giustizia raramente si ottiene basandosi su chi tra i contendenti ha l’esercito più forte e capace di uccidere e distruggere gli oppositori. Dall’altro lato, chi si sottomette a ciò che è forzato ad accettare viene considerato debole e codardo mentre soffre l’oppressione della violenza. La terza via dà modo anche a coloro che sono pochi o hanno scarse risorse materiali di ergersi per i loro diritti, con forza morale e dignità”.5

Abbiamo nominato l’oppressione, un vero e proprio strumento di sopraffazione e negazione di diritti e principi. Dunque, chi sono gli oppressori? Nell’immaginario geopolitico più comune le figure associate a questa denominazione sono i dittatori. Nell’uso contemporaneo, infatti, il termine “dittatore” è generalmente utilizzato per descrivere un leader che detiene o abusa di una quantità immensa di potere personale.6

Esistono vere e proprie, potremmo dire, proprietà e peculiarità che rendono un dittatore tale. Quali?

  1. Avvia un cambiamento della Costituzione a suo favore come capo del governo, con la finalità di restare al potere quanto più possibile; vengono inoltre sospese o limitate le elezioni e le libertà civili.
  2. Un controllo parziale o totale del potere giudiziario attraverso leggi e decreti; pretesti, in nome della necessità di “legge ed ordine”, utilizzati per proclamare uno stato d’emergenza, da cui deriva il mancato rispetto dello stato di diritto.
  3. Una riduzione della libertà di stampa e di opinione; da qui derivano varie forme di censura.
  4. Una vera e propria oppressione legale/illegale degli oppositori: vengono repressi o costretti all’esilio gli oppositori politici.
  5. L’emanazione di leggi volte a restringere o dissuadere l’azione dei corpi intermedi o delle organizzazioni non governative.
  6. La creazione di un culto della personalità.

Purtroppo quando si pensa alla figura dell’oppressore politico si tende a pensare al passato citando Adolf Hitler, Benito Mussolini, Josef Stalin, Mao Zedong, Francisco Franco… ma anche al giorno d’oggi è un’immagine che non cessa di esistere.

Alcuni esempi di dittatori di fatto sono:

Recep Tayyip Erdoğan in Turchia, è al governo dal 2003 prima con l’incarico di Primo   Ministro e, successivamente, dal 2014 ad oggi come Presidente della Turchia.

Alla fine del 2012, Erdoğan ha avviato i negoziati di pace con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) per porre fine al conflitto curdo-turco iniziato nel 1978. Il cessate il fuoco si è interrotto nel 2015, portando a una rinnovata spirale di violenza e repressione. La sua politica estera è stata descritta come figlia del neo-ottomanesimo ed ha portato al coinvolgimento turco nella guerra civile siriana, impedendo alle forze siriano-curde del Partito dell’Unione Democratica (PYD) e all’Unità di Protezione Popolare (YPG) di guadagnare terreno sul confine turco-siriano durante il conflitto.

Nel 2016 pare sia stato tentato un colpo di Stato da parte delle Forze armate turche per rovesciare Erdogan; il presunto colpo di stato è fallito ed Erdogan ha proclamato lo stato d’emergenza, durato quasi due anni durante i quali ha epurato tutto l’apparato pubblico (dalle scuole alla magistratura) di persone a lui non gradite.

Nel 2017, dopo aver stretto un’alleanza con il partito di estrema destra MHP, viene tenuto un referendum costituzionale finalizzato all’approvazione di 18 emendamenti della costituzione turca proposti dal partito islamico-conservatore al governo AKP (di cui Erdogan è fondatore). Cosa si è ottenuto con questo referendum? Anzitutto viene abolita la carica di Primo Ministro, il sistema parlamentare di governo diventa presidenziale e vengono conferiti maggiori poteri alla figura del Presidente; si rafforza il controllo del Presidente sulla Corte costituzionale, sul parlamento e sul Supremo Consiglio dei Giudici e dei Procuratori (organo di autogoverno della magistratura turca). È inoltre importante precisare e ricordare che, sotto il governo di Erdogan e conseguentemente alle sue azioni di censura sulla libertà di stampa e sui social media7, sono stati interrotti i negoziati relativi all’entrata della Turchia nell’Unione Europea.

Il regime teocratico in Iran e Afghanistan. Per regime teocratico si intende una forma di governo in cui la gestione delle attività religiose e quelle governative laiche coincidono. “Spesso la religione nella teocrazia diventa mero strumento della politica”, cita Wikipedia.

Va precisata una delicata e oltraggiosa situazione circa la condizione delle donne in questi due paesi e i diritti fondamentali e non a loro riservati, in Afghanistan oggi pari a zero.

La Corea del Nord con Kim-Jong Un; la leadership di Kim ha continuato il culto della   personalità iniziato da suo nonno e suo padre e in linea con le loro politiche autoritarie. Nel 2014 un rapporto del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha suggerito che Kim potesse essere processato per crimini contro l’umanità. Kim ha ordinato l’epurazione o l’esecuzione capitale di diversi funzionari nordcoreani, è anche opinione diffusa che abbia ordinato l’assassinio del fratellastro Kim Jong-nam in Malaysia nel 2017. Ha inoltre perseguito e ampliato il programma nucleare nordcoreano, portando ad un aumento delle tensioni nel 2017-18 in Asia orientale.

La Cina di Xi-Jinping, segretario generale del Partito Comunista Cinese. In qualità di figura centrale della “quinta generazione di leadership” della Repubblica Popolare, Xi ha accentrato in modo significativo il potere istituzionale assumendo un’ampia gamma di posizioni di leadership, tra cui la presidenza della “Commissione per la sicurezza nazionale del Partito Comunista Cinese”. Nel 2018, ha abolito i limiti del secondo mandato presidenziale, assicurandosi così di poter governare a tempo indeterminato. Il pensiero di Xi Jinping, tra cui il “sogno cinese”, è inoltre stato incorporato nella Costituzione del Partito Comunista Cinese e nella Costituzione della Repubblica Popolare Cinese.

Viene considerato un dittatore da svariati osservatori politici e accademici internazionali, sotto il suo comando in Cina riscontrano un aumento della censura e della sorveglianza di massa, il deterioramento dei diritti umani, il culto della sua personalità e l’abolizione dei limiti di mandato per la presidenza da lui ricoperta. A marzo 2023 ha ottenuto il suo terzo mandato di fila, con 2.952 voti a favore, mentre nessuno ha votato contro, raggiungendo quasi l’unanimità.

Vladimir Putin in Russia, al governo dal 1999. Nel 2021 ha fatto modificare la Costituzione     con un “finto” referendum, che gli consentirebbe di governare fino al 2036. La guerra da lui intrapresa nei confronti dell’Ucraina gli ha attribuito un’accusa per crimini di guerra da parte della Corte penale internazionale, in aggiunta ad altre già attribuitegli (imprigionamento, avvelenamento, uccisione degli oppositori; limitazione dell’azione dei corpi intermedi, guerra in Georgia e in Cecenia).

Viktor Orbàn in Ungheria: è un avvocato e politico che si autodefinisce teorico e attuatore   della democrazia illiberale con declinazioni populiste, per cui si possono anche modificare le “regole del gioco”. La politica interna, basata sulla retorica populista attuata da Orbán, ha causato un processo di arretramento della democrazia in Ungheria, indirizzandola piuttosto verso una forma di Stato autoritario.

Pertanto il suo conservatorismo sociale e nazionale, la mirata opposizione all’immigrazione, lo spiccato euroscetticismo, e la difesa di concetti come lo Stato-nazione e la sopracitata “democrazia illiberale”, hanno attirato una significativa attenzione e critica internazionale.8

Il 30 marzo 2020 il parlamento ungherese, con 137 voti a favore, 53 contrari e 9 astenuti, ha portato all’approvazione della dichiarazione dello stato di emergenza senza limiti di tempo, che concede poteri speciali al Primo ministro Orbán con la facoltà di governare per decreto, la sospensione del parlamento senza elezioni, e pene detentive per diffusione di notizie false e uscita dalla quarantena. Viene definito dai critici di sinistra come “irredentista”, “populista di destra”, “autoritario”, “autocratico”, “putiniano”, “dittatore” e “uomo forte”.

Aljaksandr Lukašėnka al governo della Bielorussia dal 1994. Nell’estate del 1996, 70 membri del Parlamento bielorusso su 110 firmarono una petizione per accusare Lukašėnka di aver violato la Costituzione, ma lui riuscì ad organizzare un referendum, definito poi “fasullo”, grazie all’intervento di alcuni mediatori russi. Con il loro supporto riuscì ad estendere il proprio mandato di Presidente da 5 a 7 anni. A seguito del suo annuncio secondo cui avrebbe corso per il sesto mandato, si sono scatenate varie proteste di massa in Bielorussia. Il 17 agosto 2020 i membri del Parlamento europeo approvano un documento in cui affermano di non riconoscere Aljaksandr Lukašėnka come Presidente della Bielorussia perché considerato persona non grata nell’Unione europea e due giorni più tardi dichiarano di non riconoscere i risultati delle elezioni. Anche i governi del Regno Unito e del Canada si rifiutano di riconoscere i risultati.

Vladimir Putin si schiera invece con Lukašėnka, il quale fa allineare l’esercito ai confini con l’occidente e il 23 agosto appare in due video in uno dei quali è a Minsk, davanti al Palazzo dell’Indipendenza, imbracciando un mitra; i giornali indipendenti sono imbavagliati; giornalisti della televisione bielorussa sono dimessi o licenziati per avere partecipato ad uno sciopero contro il governo e sono rimpiazzati da professionisti russi. Inoltre, il 23 maggio 2021 Lukašėnka ha ordinato personalmente il dirottamento del volo Ryanair 4978 proveniente da Atene e diretto a Vilnius, su Minsk così da poter far arrestare l’attivista dell’opposizione Roman Protasevič.

Ci sono anche dittature vere e proprie, quali la dittatura militare in Egitto guidata da Abdel Fattah al-Sisi9 e la dittatura in Myanmar-Birmania, segnata dal recente colpo di stato militare del 2021, attuato per rovesciare il governo di Aung San Suu Kyi, successivamente arrestata.

Dopo aver affrontato i temi della nonviolenza, non posso che terminare con una citazione di Aldo Capitini, che recita:

“Io non dico: fra poco o molto tempo avremo una società che sarà perfettamente nonviolenta … a me importa fondamentalmente l’impiego di questa mia modestissima vita, di queste ore o di questi pochi giorni; e mettere sulla bilancia intima della storia il peso della mia persuasione.”


Note

1 – 102.000 persone di cui 95.000 militari e 7.000 civili. Fonte: da rapporto esercito 2020, pagina 43 (www.esercito.difesa.it visualizzato il 24 aprile 2023 alle ore 18:50)

2 – Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace, Università di Pisa (https://cisp.unipi.it). L’altra Università che in Italia si occupa del tema pace è quella di Padova: Università di Padova, Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” (https://unipd-centrodirittiumani.it/)

3 – www.runipace.org

4 – https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_Uniti_d%27Europa#:~:text=Gli%20Stati%20Uniti

%20d’Europa%20sono%20largamente%20immaginati%2C%20raffigurati%20o,paese%20pi

%C3%B9%20popolato%20al%20mondo.
5 – http://www.utopie.it/nonviolenza/azione_nonviolenta.htm

6 – https://it.wikipedia.org/wiki/Dittatore#:~:text=Un%20dittatore%20%C3%A8%20un %20leader,gruppo%20di%20persone%20(oligarchia).
7 – Erdogan ha addirittura autorizzato blocchi su siti come YouTube, Twitter e Wikipedia.
8 – https://it.wikipedia.org/wiki/Viktor_Orb%C3%A1n
9 – Per il Parlamento europeo e per Amnesty International la sua presidenza si segnala per l’autoritarismo e avrebbe segnato un profondo deterioramento della situazione dei diritti umani in Egitto.

10 – Paesi con armi atomiche: USA, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord.

11 – I primi 10 paesi esportatori di armi nel mondo (fonte Sipri 2022): USA 38,6%; Russia 18,6%; Francia 10,7% – solo questi tre occupano il 66% del mercato, successivamente Cina, Germania, Italia, Regno Unito, Corea del Sud, Spagna, Israele. Al 14esimo posto Ucraina e al 15esimo la Svizzera “neutrale”.

 

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