Nel mese di giugno la rivista locale “Il Momento” pone l’attenzione e dà voce a un tema troppo spesso dibattuto e risentito, ma forse mai realmente ascoltato, un tema sulla bocca di tutti, ma nella coscienza di pochi, un tema che, purtroppo, coinvolge e interessa direttamente sempre di più, a maggior ragione in seguito all’emergenza Coronavirus, un’importante e consistente fetta della popolazione nazionale: la cosiddetta condizione di povertà.
Per quanto riguarda la regione Emilia Romagna, stando a ciò che riporta la testata giornalistica di cui sopra, “la Caritas diocesana Forlì Bertinoro ha presentato (…) il Rapporto 2019 prodotto dall’Osservatorio Diocesano Povertà e Risorse, a cui è allegato il Flash Report Covid-19, con la descrizione degli interventi svolti sul territorio (…)”. Interventi che nascono in seguito all’appello di Papa Francesco, il quale auspica la “ricostruzione di un patto educativo globale”. La sfida di questo 2020 per l’organismo pastorale della CEI in questione si è rivelata essere duplice: da un lato si dovevano rispettare le disposizioni imposte dal Governo stesso in funzione dell’emergenza sanitaria, dall’altra invece c’era la forte necessità di continuare ad aiutare i più bisognosi, tutti coloro che fossero in una situazione di difficoltà. Per ovviare a queste due esigenze, si sono adottate delle nuove regole, che hanno previsto la riduzione al minimo della mobilità e l’impossibilità di accogliere nuovi ingressi, al fine di evitare il rischio di contagio. Altro grande ruolo di aiuto e sostegno è stato ricoperto dal Centro Buon Pastore, struttura che ha funzionato sia come centro d’ascolto, con un nuovo numero di emergenza apposito, sia come sede secondaria dell’accoglienza Caritas.
In merito alle accoglienze diffuse sul territorio, sempre il Flash Report Covid-19 fa sapere che “grazie all’Associazione dei medici e infermieri “Salute e Solidarietà” è stato applicato il protocollo sanitario per la pandemia, con il controllo sistematico e la registrazione dati della febbre e dello stato di salute delle persone. E’ stata predisposta inoltre una piccola accoglienza di tre posti per un’eventuale quarantena e definito con il Comune, la Protezione Civile e la Dirigenza Sanitaria, le modalità di azione in caso di contagio”. Va ricordato che tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di circa 90 volontari, persone che si sono messe a disposizione nel contribuire e collaborare per la buona riuscita della preparazione dei pasti, delle consegne a domicilio, del confezionamento dei pacchi alimentari etc.
Motivo di orgoglio è stata senz’altro la grande e numerosa adesione da parte dei giovani, che hanno collaborato con entusiasmo e voglia di rendersi utili. Un valido sostegno anche dalle piccole e grandi aziende del territorio, tanto che “le donazioni in denaro, i prodotti alimentari e i macchinari industriali donati, hanno permesso il proseguimento ininterrotto delle attività della Caritas”. Tutto ciò, soprattutto per il momento storico che stiamo vivendo, non era affatto scontato. “La pandemia ha fatto emergere tanta povertà, ma anche tanta solidarietà, quasi a far pareggiare le due cose”, così dice Chiara, una volontaria della Caritas. Questa frase è carica di amarezza e speranza insieme, è una frase ricca di verità, che fa riflettere molto e dovrebbe essere uno stimolo per tutti quanti a fare sempre del proprio meglio.
In merito a ciò, secondo la Caritas diocesana di Forlì-Bertinoro, come trascrive il giornale “il Momento”, la povertà si sconfigge con l’educazione, “educare sempre come risposta alla povertà”; è questa la soluzione ad ogni male. Viene sostenuto che la povertà economica è molto spesso collegata alla povertà educativa, essa può esserne o la causa, o la conseguenza: si tratta di un’affermazione alquanto lungimirante e difficile da contraddire. Sarebbe bello e profittevole se l’educazione funzionasse un po’ come il virus, potesse essere contagiosa e si potesse diffondere a più non posso, con zero morti, ma migliaia e migliaia di guariti.
Claudia Filippi