A 5 anni fa risale l’uccisione ed il ritrovamento del corpo senza vita del giovane ricercatore Giulio Regeni poco fuori da Il Cairo e a circa 14 mesi fa risale l’arresto di Patrick Zaki, operato dalle forze di polizia egiziane per presunto terrorismo e diffamazione dello Stato.
Si sono susseguite indagini, manifestazioni e conferenze, ma con quali risultati?
Ad oggi, solo due cose sono certe: l’Egitto non ha le mani pulite e l’opinione pubblica, indignata, vuole risposte.
E nel frattempo l’Italia cosa fa?
Se da un lato sta ancora tentando di ottenere verità e giustizia, dall’altro ha intensificato ulteriormente i suoi rapporti con l’Egitto. Ne è un esempio il progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy): un progetto di durata biennale, frutto di una ”intesa tecnica” tra l’Accademia di polizia e il Ministero dell’Interno egiziano ed italiano, la cui inaugurazione risale al 2018.
Attualmente rinnovato col nome di ITEPA 2, lo scopo del progetto è essenzialmente “l’istituzione, presso l’Accademia di polizia egiziana, di un ’Centro internazionale di formazione’ sui temi migratori”, al fine di contrastare l’immigrazione clandestina, “fondere diverse culture professionali e pratiche operative” ed eventualmente sviluppare e/o agevolare la cooperazione internazionale in materia. Infatti sarebbero coinvolti 22 paesi dell’Africa, sia settentrionale che centrale, interessati da rotte migratorie.
Il programma mira, in particolare, al “potenziamento delle competenze in materia di gestione dei flussi migratori, indagini contro il traffico migranti e reati connessi, controlli di frontiera e falso documentale”, sempre tenendo in alta e speciale considerazione la “tutela dei diritti umani e le procedure di protezione internazionale”. (ANSA 2018)
Perlomeno, questo è ciò che viene riportato nella descrizione formale del progetto.
I corsi sono tenuti sia da ufficiali italiani che egiziani, designati da varie organizzazioni internazionali ed agenzie europee. Corsi per i quali l’Italia ha parzialmente erogato e in parte ricevuto dall’UE, complessivamente 1.073.521,18 euro, che ad oggi, dato il prolungamento del progetto, ammontano a 2.146.093,75 euro (erogati tramite i fondi Internal Security Fund II e Border and Visa).
Sebbene il progetto venga giustificato come funzionale alla lotta contro il terrorismo e l’immigrazione clandestina e nonostante sia stata ribadita e sottolineata l’importanza della tutela dei diritti umani, la realtà risulta ben diversa: stando ai report delle maggiori organizzazioni non governative e di alcuni degli stessi governi UE, “le operazioni di contrasto dei flussi migratori sono state realizzate infatti violando i più elementari diritti umani ed è lunghissimo l’elenco di crimini, abusi, torture, deportazioni, detenzioni, sparizioni forzate perpetrate in tutto il continente” (Africa ExPress 2021).
Ancora più paradossale è la presenza della National Security Agency – il servizio segreto civile egiziano di cui fanno parte i cinque agenti indagati per il sequestro di Giulio Regeni, all’evento conclusivo della prima edizione nel 2019, tenutosi proprio in Italia. (Repubblica 2019)
Inoltre vari sono gli elementi che fanno desumere la mancanza di trasparenza e limpidezza dietro la cooperazione. Nel 2019, ad esempio, è stata respinta la richiesta di accesso civico e di diffusione presentata da Altreconomia, “perché la ‘discovery’ sarebbe stata ‘potenzialmente pregiudizievole per le relazioni bilaterali in atto con la controparte egiziana’”. (Altraeconomia 2019)
Le perplessità non mancano nemmeno al Parlamento Europeo. Quando si è domandato alla Commissione Europea quanto effettivamente il contenuto del programma si focalizzasse sulla protezione dei diritti umani e, soprattutto, chi si sarebbe incaricato di supervisionarne il corretto adempimento, la Commissione ha replicato, affermando che:
“La Commissione è pienamente consapevole del cambiamento della situazione dei diritti umani in Egitto e queste questioni sono regolarmente poste dall’Unione Europea nei contatti bilaterali con le autorità egiziane e nei forum internazionali… Pertanto, la protezione dei diritti umani è stato un elemento trasversale in ogni settore addestrativo, in quanto ITEPA era finalizzato a fornire modelli operativi per gestire il fenomeno migratorio, assicurando la piena protezione dei diritti dei migranti…La qualità dei formatori è stata assicurata con il coinvolgimento di persone provenienti dalle maggiori organizzazioni internazionali responsabili dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati (UNHCR e OIM). I risultati e le lezioni di ITEPA sono stati presentati nel corso dell’evento conclusivo e saranno utilizzati per ITEPA 2”. (Africa ExPress 2021) Una risposta alquanto evasiva.
La questione Italia-Egitto risulta controversa su molti altri fronti. Si pensi alla guerra in Libia ad esempio, e al fatto che ciascuno dei due paesi supporti formalmente la fazione opposta: da una parte vi è l’Italia (interessata alla diminuzione delle migrazioni tramite accordi con Tripoli e non solo), che appoggia diplomaticamente il governo di Al-Serraj riconosciuto dall’ONU; dall’altra vi è Haftar, il comandante della Libyan National Army, appoggiato militarmente dall’Egitto.
Allo stesso tempo però, non solo l’Italia ha concluso nel 2020 la vendita di due navi militari all’Egitto, per un valore complessivo di circa 1,2 miliardi di euro, ma nello stesso anno l’Italia si è rivolta al presidente egiziano al-Sisi, nel disperato tentativo di far pressioni su Haftar per il rilascio dei due pescherecci italiani ed il relativo equipaggio a Bengasi, cercando di sfruttare la posizione dell’Egitto nel conflitto libico.
Sebbene si sia parlato anche di “ritiro della rappresentanza diplomatica dall’Egitto” (atto che non viola norme internazionali per sé, ma di enorme significato simbolico), da tutto ciò che si è detto finora si può comprendere come non sia facile districare completamente i rapporti tra le due nazioni.
Ci saranno sempre interessi e “contro-interessi” a giocare un ruolo fondamentale nella gestione delle relazioni tra i due paesi.
Quello che ci si chiede è: quali sono le priorità italiane?
Rebecca Marchegiani
Fonti:
https://www.repubblica.it/esteri/2020/11/20/news/italia-egitto_conte_telefona_a_sisi_per_regeni_e_per_i_pescatori_sequestrati_in_libia-275123470/
https://www.repubblica.it/politica/2019/11/26/news/giulio_regeni_egitto_repubblica_roberto_fico_camera-241992507/
https://www.changethefuture.it/informazione/guerra-libia/
http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2018/03/20/al-cairo-unaccademia-africana-contro-la-tratta-di-migranti_00ee5e1a-fd08-4f17-a23b-01b5948fe715.html
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2020-006229-ASW_EN.html
https://www.wired.it/attualita/politica/2020/07/23/italia-egitto-fregate-regeni-zaky-situazione/?refresh_ce=
https://fondosicurezzainterna.interno.gov.it/progetti/assegnazione-diretta/progetto-4224
https://altreconomia.it/italia-egitto-accordo-migranti/
https://altreconomia.it/accordo-polizia-egitto-italia/
http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2021/03/italia-pronta-rifinanziare-laccademia.html
In vista proroga del progetto italo-egiziano di formazione della polizia del Cairo
https://www.poliziadistato.it/articolo/flussi-migratori-un-convegno-a-roma-per-la-cooperazione-internazionale