La privatizzazione della guerra

Mercenari S.p.A., Francesco Vignarca, Rizzoli 2004   

Inventario 8193; Collocazione PACE.LIBRI 08-PACE/317

20 marzo 2003, gli Stati Uniti lanciarono su Baghdad l’operazione ‘Shock and Awe’, atterra e terrorizza, che segnò l’inizio dell’invasione dell’Iraq.

Le immagini della guerra erano sugli schermi tv in America all’inizio del pomeriggio: nulla a che vedere con le immagini senza colori e senza sonoro della Guerra del Golfo del 1991.

Possiamo collocare la nascita del mondo dei “mercenari” alla nascita delle “Compagnie Militari Private”, imprese private che operano come corporazioni e forniscono servizi di natura militare. P.W. Singer, politologo americano, propone di definire queste Compagnie “Private Militay Firms” (PMF), dove il termine “firm” può essere tradotto con “gruppo economico”.

Chiaramente visibile in Iraq, le PMF operano sul campo a fianco delle forze armate regolari, spesso sostituendosi ad esse e il giro d’affari intorno ai privati è impressionante, si parla di miliardi di dollari.

La “privatizzazione della guerra”, la conseguente privatizzazione della sicurezza nazionale e dell’utilizzo di mercenari nelle guerre, chiamati più subdolamente “contractors”, ha dato vita a professionisti specializzati nella guerra al soldo di multinazionali che si occupano di sicurezza e strategia militare.

La privatizzazione della guerra nasce così per la necessità di sicurezza e allora sicurezza e guerra diventano una merce a gestione privata… bell’affare!

La maggior parte dei soldati vengono messi sotto contratto all’occorrenza, dunque di volta in volta le PMF costituiscono delle squadre in base alle esigenze di quello specifico momento. Questo sistema ha il vantaggio di ottimizzare i costi e approfittare della flessibilità del servizio.

L’impennata della metà del secolo nella guerra privata clandestina ha portato le Nazioni Unite a varare i protocolli di Ginevra I e II nel 1977 e vietare i mercenari. La Convenzione internazionale contro il reclutamento, l’uso, il finanziamento e l’addestramento dei mercenari (trattato delle Nazioni Unite del 2001) è entrata in vigore il 20 ottobre 2001, ed è stata ratificata da 46 stati.

Molti degli Stati che l’hanno ratificata sono però firmatari del documento internazionale di Montreux, teso ad evidenziare gli obblighi in materia di diritto internazionale vigenti per gli Stati, con riferimento alle attività delle società militari e delle società di sicurezza private (PMSC). Il documento comprende un elenco di buone pratiche volte ad assistere gli Stati nell’adozione di misure adeguate finalizzate all’adempimento dei loro obblighi giuridici internazionali. Al contrario della convenzione sopra citata, non rende illegale l’uso dei mercenari ma fornisce un documento guida sull’uso di questi.

La privatizzazione militare e più in generale della guerra stessa rappresenta il monopolio legittimo della violenza che viene delegato sempre di più ai privati, che lo trasformano in un affare redditizio. Questo è un elemento fondamentale, perché le PMF, al contrario dei mercenari classici, forniscono un pacchetto di servizi in base alle richieste del cliente, quindi il rapporto tra PMF e cliente si configura come una fornitura completa di servizio militare.

A questo punto siamo in grado di comprendere che le PMF sono un fenomeno del tutto nuovo, che non interessa solo il mondo dei mercenari come fenomeno a sé stante, ma è parte di un mutamento assai più ampio che sta riempiendo le tasche dell’economia di guerra a discapito del rispetto dei diritti umani fondamentali.

Fonti:

La privatizzazione della guerra -2 – atlante guerre

la Privatizzazione della Guerra. | Maria Sole Continiello Neri – Academia.edu

La privatizzazione della guerra nel mondo contemporaneo

 

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