di Derik Maltoni, Rappresentante Regionale del Servizio Civile Universale.
Alla fine arriverà e sarà bellissima… la nostra estinzione. Ogni giorno siamo sommersi da eventi catastrofici dovuti al cambiamento climatico, e ogni volta il mondo subisce migliaia di vittime.
Oltre 6 milioni di morti ogni anno per inquinamento, e la maggioranza è formata da anziani e bambini. Migliaia di specie si sono già estinte, e molte altre sono a rischio. E in tutto questo noi cosa facciamo? Alimentiamo la crisi! Quando arriverà non potremmo più permetterci di colpevolizzare qualcuno o qualcosa, quindi tanto vale farlo ora.
Molteplici sono i fattori per i quali la situazione è questa e, purtroppo, non sembra voler cambiare. E, ovviamente, alla base di tutto sono presenti i soliti interessi economici. Come se il vile denaro possa essere anche solo lontanamente una valida giustificazione a tutto questo schifo. In Italia, ancor prima dello Stato, a fare investimenti contro il nostro futuro sono le banche. Ad oggi, infatti, non esiste alcuna legge che regolamenti i rapporti che le banche devono tenere con gli investimenti, tenendo conto del rispetto ambientale.
Pochi giorni fa è stato pubblicato “Banking on Climate Chaos”, il rapporto annuale, promosso da centinaia di organizzazioni, che racconta dettagliatamente tutti gli investimenti delle banche. La situazione è peggiore di ogni aspettativa. Sono passati sette anni dall’adozione dell’Accordo di Parigi, e le banche da allora hanno investito oltre 5.500 miliardi di dollari in combustibili fossili. Nel nostro paese a tenere questo vergognoso primato sono UniCredit, la stessa che popone il conto “My Genius Green”, e Intesa San Paolo, la stessa che nei suoi siti promuove mutui, conti e prestiti “Vivi Green”. Entrambe hanno rispettivamente investito, dal 2016 ad oggi, 43 e 22 miliardi di dollari. Entrando così nella “top 40” delle banche mondiali che finanziano l’energia non rinnovabile, tra cui Eni (Plenitube) e Total.
Inoltre dal rapporto stilato vediamo una crescita a dir poco spropositata degli investimenti sul gas nel 2022. Si tratta di un aumento di quasi il 50% rispetto al solo anno precedente. Oramai è palese che i vergognosi interessi economici vengono anteposti alla salute e al futuro collettivi. Ogni giorno le banche continuano a mantenere questo modello di business anziché investire in un’equa e accessibile transizione ecologica. Oltretutto il denaro utilizzato in questo business del suicidio potrebbe essere impiegato non solo nella transizione ecologica, ma anche in aiuto di tutti quei paesi maggiormente colpiti dalla crisi climatica. Paesi che, tra le altre cose, sono i più poveri al mondo. E mentre le banche continuano ad arricchirsi fregandosene del futuro di noi future generazioni, gli Stati, anche quello Italiano, continuano imperterriti a guardare dall’altra parte. Continuando a dar più credito al profitto economico anziché alla giustizia.
Questi dati devono essere da apripista per le nostre coscienze, per motivarci alla protesta contro questo sistema tossico che ci sta avvicinando sempre più alla nostra estinzione. E mentre alziamo la voce e aspettiamo (purtroppo ahimè invano) una legge che possa fermare questo scempio, noi possiamo decidere di cambiare le cose. Cambiamo banca! Passiamo a banche etiche e cooperative, che abbiano alla base valori di rispetto per questo pianeta e per tutti i suoi ospiti.
Martin Luther King diceva “È sempre il momento giusto per fare la cosa giusta”, e noi possiamo farla adesso. Prendiamo posizione, alziamo la voce, protestiamo, andiamo a votare, diventiamo parte attiva del cambiamento. La nostra estinzione arriverà, e a quel punto l’unica cosa che rimarrà per sempre saranno state le nostre scelte.