Libera dopo più di mille giorni l’attivista saudita e personalità dei social media Loujain al-Hathloul, era in carcere per aver guidato l’auto e chiesto più diritti. Si è sempre battuta per l’emancipazione femminile e per l’affermazione dei diritti delle donne nel suo paese. Leader del movimento Women to drive insieme a Manal al-Sharif, nel 2015 rientra al terzo posto nella lista delle 100 donne arabe più potenti. Era stata arrestata nel maggio 2018 con una decina di altre donne attiviste, pochi giorni prima della storica revoca del divieto di guidare l’auto.
La sua incarcerazione è stata oggetto di condanna da parte della comunità internazionale. Lo scorso ottobre iniziò uno sciopero della fame durato diverse settimane per protestare contro le sue condizioni di carcerazione. Durante la sua permanenza in carcere infatti ha subito diverse violazioni dei diritti umani: è stata torturata e abusata. Tutto questo per aver lottato per la giustizia e l’uguaglianza delle donne in Arabia Saudita. Oggi, finalmente, lo annuncia sua sorella su Twitter, “Loujain è a casa!!!!!!!”, scarcerata il 10 febbraio 2020.
È noto che i diritti delle donne in Arabia Saudita sono molto limitati rispetto a quelli dei paesi vicini, anche se migliorati rispetto a prima: le donne possono svolgere solo alcune mansioni in maniera autosufficiente, mentre per molte altre serve il permesso del proprio tutore, chiamato “mahram”, che sia un loro familiare, padre, fratello, figlio oppure il coniuge. Vige una rigida separazione dei ruoli e la donna è relegata in una posizione subordinata rispetto all’uomo, a causa di ambienti fortemente conservatori. Quasi sempre deve sottostare a regole precise incastonate nella cultura dominante, che le indicano come vestirsi, come comportarsi nelle varie occasioni, quali luoghi può frequentare, come e con chi deve relazionarsi e cosa può e non può fare.
Negli ultimi anni sotto certi aspetti arrivano anche notizie positive: nel 2015 per la prima volta le donne hanno votato e sono state elette nelle cariche amministrative, dal 2018 possono andare al cinema assieme agli uomini dopo la messa al bando nel 1980. Sempre nel 2018 riottengono il diritto di guidare, ma col permesso del tutore. Se oggi possono guidare è anche grazie a Loujain al-Hathloul e al movimento sociale Women to drive, istituito negli anni 90.
Il 2019 è stato un anno molto importante: sono state ammesse per la prima volta allo stadio e alcune di loro si sono presentate col volto scoperto e le maniche tirate su, l’Arabia Saudita ha nominato la prima ambasciatrice donna, hanno potuto partecipare assieme agli uomini alla maratona, possono esercitare la funzione di notaio e arruolarsi nell’esercito, anche se possono aspirare al massimo alla carica di sergente.
Alcuni esempi di piccoli passi, ma molto importanti per questo paese, risultati di lotte e mobilitazioni delle stesse donne che partecipano attivamente a manifestazioni e rivendicazioni dei propri diritti mettendo a rischio la propria vita. Proprio come Loujain.
Vittoria Rossi
Fonti
https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_delle_donne_in_Arabia_Saudita#:~:text=Dal%2023%20giugno%202018%2C%20dopo,la%20prima%20volta%20allo%20stadio.
https://www.ilgazzettino.it/esteri/arabia_saudita_loujain_donne_diritti_umani_onu_biden_mind_the_gap-5758310.html