Carles Puigdemont: Il politico che ha gettato la Spagna nel caos

PRIMO TEMPO

Chi é Puigdemont? Le cronache lo dipingono come un duro, ‘l’uomo che fa tremare l’Europa’, il politico che ha gettato la Spagna nel caos. Lui però minimizza e quando parla della sua lenta scalata al potere lo fa come qualcuno che sa benissimo da dove viene.

Carles Puigdemont è un politico e giornalista spagnolo. E’ stato il primo deputato del Parlamento catalano ad avere un account twitter nel 2006. Nel 2007 è diventato sindaco di Girona e faceva pedagogia digitale. Utilizza le nuove tecnologie, si fa conoscere sulla rete. Giovanissimo, diventa il caporedattore di Punti Diari. I suoi articoli vertono sempre su un tema :L’INDIPENDENZA DELLA CATALOGNA. Il mondo però non sembra sapere nulla della sua regione. Puigdemont, ormai membro della Gioventù nazionalista della Catalogna, prova a risolvere con qualche articolo sulla stampa internazionale. Non ci riesce ed è allora che fonda l’Agence catalane d’information e Catalonia today, un quotidiano in inglese per i lettori fuori confine. Non soddisfatto, decide di lottare per la sua causa scendendo in politica. Nel 2007, quando è già parlamentare, si candida alle elezioni locali a Girona con il partito Convergenza e Unione. Non vince. Ci riprova nel 2011. È la volta buona. Sconfigge i socialisti, perché lui è di un partito di centrodestra, e diventa sindaco.

Tutto inizia il 1 ottobre, quando la Catalogna indica un referendum di autodeterminazione illegale per le autorità spagnole. Nonostante le accuse della polizia, si stima che più di 2 milioni di cittadini abbiano votato in modo decisivo a favore dell’indipendenza. Il Parlamento catalano dichiara unilateralmente la sua indipendenza il 27 ottobre 2017. Durante la stessa giornata, il Senato spagnolo sospende il governo autonomo catalano con l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione Spagnola. Questo implica le dimissioni del presidente catalano e del suo governo, con lo scioglimento del parlamento. Madrid non vuole prolungare questa sospensione e convoca le elezioni nel Parlamento di Catalogna per il 21 dicembre 2017, che diventeranno una prova del nove per il referendum. Il Governo catalano non ha dichiarato l’indipendenza in attesa di qualche tipo di negoziazione, e durante diverse settimane nemmeno il governo spagnolo non ha messo in pratica l’articolo 155 nella speranza che Puigdemont faccia un passo indietro.

E’ in questo contesto turbolento che Carles Puigdemont ha deciso di abbandonare la Spagna per cercare rifugio in Belgio. Sicuramente non è stato il clima belga ad attrarre il presidente. Infatti, quest’ultimo era a rischio arresto in qualsiasi momento, visto che il tribunale spagnolo aveva già dato il via al processo per “ribellione” contro di lui, dovuto alla sua dichiarazione d’indipendenza considerata illegale e anticostituzionale per Madrid.  Puigdemont aveva ricevuto numerose minacce dal governo spagnolo prima del suo annuncio. Egli voleva  dimostrare che la Catalogna non è un pericolo per l’Europa e che non ha intenzione di distruggere l’Unione dei paesi, bensì integrarla come una Repubblica Indipendente con i suoi valori democratici e non violenti. Qualunque cosa sia, Carles Puigdemont sembra aver raggiunto l’europeizzazione del conflitto, ora che tutti i media europei seguono il caso.

SECONDO TEMPO

Perché Puigdemont è stato arrestato?

L’ex presidente catalano, ricercato da alcuni giorni con un mandato di arresto europeo, è stato arrestato dalla polizia tedesca poco dopo aver cercato di entrare in Germania dalla Danimarca. L’arresto di Puigdemont rappresenta uno sviluppo molto importante della crisi catalana, e arriva il giorno dopo l’arresto di altri cinque leader indipendentisti, quasi tutti ex membri del governo Puigdemont.

Egli era stato destituito dalla carica di presidente della Catalogna dopo l’applicazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola da parte del governo spagnolo: nell’ottobre 2017, temendo di essere arrestato dalle autorità spagnole, si era rifugiato a Bruxelles, in Belgio. Lo avevano seguito anche alcuni ministri del suo governo.

Carles Puigdemont sta affrontando un processo per “ribellione, sedizione, appropriazione indebita dei fondi pubblici e disobbedienza alle autorità”, così anche per cinque suoi colleghi. Il processo può implicare fino a trent’anni di prigione, poiché nel codice penale spagnolo “ribellione” implica atti di violenza. Fino a questo momento le manifestazioni sono state pacifiche, ma i giudici spagnoli considerano anche la violenza non fisica. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti e prevedono pene detentive dai 15 ai 30 anni di carcere.  Questi fatti risalivano a Marzo 2018.

TERZO TEMPO

Ad oggi, Carles Puigdemont è uscito dal carcere di Neunmuenster (GER). Il procuratore generale tedesco ha ordinato il rilascio dell’ex presidente catalano, dopo il pagamento della cauzione da 75 mila euro richiesta per la libertà vigilata. All’uscita dal carcere Puigdemont ha chiesto la liberazione immediata dei leader indipendentisti in carcere in Spagna. Non è ancora chiaro quali saranno le prossime pedine che Puigdemont deciderà di muovere sul complicato scacchiere spagnolo, ma una cosa è chiara: se Puigdemont fosse un attore, si direbbe che padroneggia i tempi della scena. Come nessun altro politico è capace di creare suspense, di far pendere tutti dalle sue labbra, di mantenere i riflettori accesi su di sé e su un processo che sta diventando sempre più kafkiano.

Tonia Petruzzi

 

Condividi su Facebook

Articoli recenti:

Richiesta di ammissione a socio

Modulo da compilare in ogni sua parte.
Una volta inviato riceverete una mail con il modulo pronto
per essere firmato e reinviato (o consegnato direttamente).