Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: a che punto siamo? – obiettivo 17

Il diciassettesimo obiettivo consiste nel “rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile” (AGNU, 2015: 26): “collaborazione” è la parola chiave (una delle famose “5 P”).  Ed è forse per questo che si tratta dell’obiettivo che maggiormente incarna il motto dell’Agenda “Leave no one behind”.

Generalmente, con l’obiettivo 17 gli stati firmatari si sono prefissati l’aumento della collaborazione tra paesi industrializzati, meno sviluppati e in via di sviluppo su diversi fronti, tramite le cosiddette cooperazioni Nord-Sud, Sud-Sud e triangolari, affinché si possano concretizzare tutti gli obiettivi dell’Agenda. Si potrebbe dire che l’obiettivo 17 funge da collante e da obiettivo funzionale a tutti gli altri 16.

Finanza, tecnologia e commercio sono tre degli ambiti in cui si richiede uno sforzo maggiore da parte dei paesi industrializzati (tra cui l’Italia) nel rafforzare il supporto ai paesi in via di sviluppo e meno sviluppati, dal punto di vista economico, politico e della conoscenza – facilitando la diffusione delle innovazioni scientifiche e tecnologiche e di dati di alta qualità, ad esempio.

I traguardi che compongono l’obiettivo: ambiziosi e variegati

Sono ben 19 i traguardi che compongono l’obiettivo, di cui alcuni aventi come “data limite” proprio il 2020.

Per citarne alcuni:

17.1 Consolidare la mobilitazione delle risorse interne (si intende da parte di ogni paese firmatario della risoluzione 70/1, in base alla propria disponibilità economica)…attraverso l’aiuto internazionale ai paesi in via di sviluppo per aumentarne la capacità fiscale interna e la riscossione delle entrate.

17.2 I paesi industrializzati [mantengono il loro impegno a] destinare lo 0.7 % del reddito nazionale lordo per l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS/RNL) ai paesi in via di sviluppo e destinare dallo 0.15 al 0.20 %…ai paesi meno sviluppati […].

17.4 Aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere il debito a lungo termine […].

17.6 Rafforzare la cooperazione Nord-Sud, Sud-Sud, la cooperazione triangolare regionale e internazionale e l’accesso alle scoperte scientifiche, alla tecnologia e alle innovazioni…attraverso un maggior coordinamento tra i meccanismi già esistenti in particolar modo a livello delle Nazioni Unite […].

17.7 Promuovere nei paesi in via di sviluppo la crescita, lo scambio e la diffusione di tecnologie rispettose dell’ambiente a condizioni favorevoli, attraverso patti agevolati e preferenziali stabiliti di comune accordo.

17.10 Promuovere un sistema di scambio universale, regolamentato, aperto, senza discriminazioni e multilaterale sotto il controllo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, attraverso negoziazioni nell’ambito dell’Agenda di Doha per lo Sviluppo.

17.11 Incrementare considerevolmente le esportazioni dei paesi emergenti e, entro il 2020, raddoppiare la quota delle loro esportazioni globali

17.19 Entro il 2020, rafforzare il sostegno allo sviluppo dei paesi emergenti, dei paesi meno avanzati e dei piccoli stati insulari in via di Sviluppo (SIDS). Incrementare la disponibilità di dati di alta qualità, immediati e affidabili andando oltre il profitto, il genere, l’età, la razza, l’etnia, lo stato migratorio, la disabilità, la posizione geografica e altre caratteristiche rilevanti nel contesto nazionale.

 

Ed ora? A che punto siamo?Il Report ASviS

Stando al Report ASviS 2020, a livello europeo l’andamento per il pieno raggiungimento dell’obiettivo 17 si mostra relativamente stabile, sebbene in diminuzione rispetto al picco registrato nel 2010. La tendenza negativa, sebbene in leggero miglioramento negli ultimi 4 anni, è dovuta principalmente alla diminuzione delle importazioni dai paesi in via di sviluppo (contrariamente a quanto ci si è impegnati a fare nell’Agenda) e dall’aumento del debito pubblico.

I dati Eurostat parlano chiaro

Anche l’Eurostat conferma il trend negativo fino al 2019, analizzando principalmente cinque settori: aiuto pubblico allo sviluppo (ODA) come quota del reddito nazionale lordo (RNL), finanziamenti ai paesi in via di sviluppo, importazioni dai paesi in via di sviluppo, debito pubblico lordo e quota delle imposte ambientali sul gettito fiscale totale.

Fig. 1. (sinistra) Obiettivo 17- andamento medio europeo 2018 (Rapporto ASviS 2020:43)

Fig. 2. (destra) Obiettivo 17- UE 2018 (media europea/arancione – Italia/blu). I punti grigi stanno a segnalare le quote che ogni paese si è prefissato in base alle proprie possibilità. (Rapporto ASviS 2020:55)

E l’Italia?

Guardando ai dati più recenti, nonostante la relativa stabilità rilevata tra il 2018 e il 2019 (fig. 3), sebbene questa sia al di sotto della media europea (fig.1), la tendenza sul fronte “rapporto ASP/RNL” non è positiva – colpa anche della recente crisi pandemica (ASviS 2020). Nel 2019, infatti, la quota dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo si attestava solo allo 0,24% del Reddito Nazionale Lordo (traguardo da raggiungere: 0.7%) e si stima che il debito pubblico sia ulteriormente aumentato nell’ultimo semestre del 2020 (fig.4).

 


Fig. 3. Obiettivo 17- andamento Italia (Rapporto ASviS 2020:64)

Fig. 4. Obiettivo 17 – andamento Italia
(Rapporto ASviS 2020:71)

Target non raggiunti: perchè?

Come già anticipato, 2 dei 19 traguardi dell’obiettivo 17, avevano come data limite il 2020: traguardi che, purtroppo, non sono stati raggiunti. Una delle possibili cause è stata la mancata definizione di specifici indicatori per poter definire concretamente, in termini numerici, il target da porsi (ogni paese ha la facoltà di adattare i traguardi proporzionalmente alle proprie possibilità).

Fig. 5. Obiettivi da raggiungere entro il 2020 (Rapporto ASviS 2020:73-74)  

Inoltre, dei vari provvedimenti normativi adottati nel corso del 2020 (Rapporto ASviS 2020:86), pochissime sono state le risorse destinate al raggiungimento dell’obiettivo 17 (la stima si aggira attorno ad un 1% scarso, diversamente da quelle dedicate ad altri obiettivi).

L’Italia stanzia maggiori fondi

Nonostante ciò, guardiamo anche a ciò che l’Italia ha fatto o sta effettuando: nel Bilancio di previsione 2020-2022, gli stanziamenti destinati, anche solo in parte, al finanziamento di interventi a sostegno di politiche di cooperazione allo sviluppo ammontano ad un valore di circa 4,7 miliardi di euro per ciascuno degli anni considerati, anche se le risorse destinate ai servizi di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiate siano in diminuzione (ASviS 2020:118).

Inoltre, l’Italia si sta impegnando per promuovere l’educazione agli OSS con un piano per “l’Educazione alla Cittadinanza Globale” e, lo scorso giugno, il Comitato congiunto per la cooperazione allo sviluppo ha approvato un pacchetto di iniziative per 125 milioni di euro (ASviS 2020:118) che verranno destinati ad iniziative realizzate sia da organizzazioni internazionali (sotto forma di contributi volontari), che da Organizzazioni della Società Civile, soprattutto per far fronte alla crisi pandemica. Queste sono solo alcune delle misure riportate nel Rapporto ASviS.

Italia al 30esimo posto nel SDGs Index 2020

Nel SDGs Index 2020, l’Italia si piazza al 30esimo posto su 166 nazioni analizzate. Alcuni dati risalgono al 2016/2017, mentre altri sono più recenti. Speriamo che le varie misure prese, e anche gli aiuti forniti dall’UE per far fronte alla pandemia, possano accrescere la posizione dell’Italia a livello mondiale, non per una questione di prestigio, ma per dimostrare effettivamente il proprio impegno nella lotta contro le disuguaglianze, la povertà e il cambiamento climatico.

 

Rebecca Marchegiani

 

Fonti:

AGNU. Risoluzione. 70/1, 25 settembre 2015.

https://asvis.it/rapporto-asvis/#

https://ec.europa.eu/eurostat/web/sdi/partnerships-for-the-goals

https://sustainabledevelopment.un.org/content/documents/

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