Questa settimana parleremo dell’Obiettivo 1:
Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo.
E dell’Obiettivo 2:
‘’Porre fine alla fame, raggiungere sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile’’.
Ad oggi le persone che vivono in condizione di povertà, nel mondo, sono circa 836 milioni; nel 2014, ogni giorno 42.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni in cerca di protezione a causa dei conflitti. Vediamo alcuni target contenuti in questo Obiettivo:
1.2 Entro il 2030, ridurre almeno della metà la quota di uomini, donne e bambini di tutte le età che vivono in povertà in tutte le sue forme, secondo le definizioni nazionali.
1.5 Entro il 2030, rinforzare la resilienza dei poveri e di coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità e ridurre la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi climatici estremi, catastrofi e shock economici, sociali e ambientali.
1.a Garantire una adeguata mobilitazione di risorse da diverse fonti, anche attraverso la cooperazione allo sviluppo, al fine di fornire mezzi adeguati e affidabili per i paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati, attuando programmi e politiche per porre fine alla povertà in tutte le sue forme.
Povertà ed esclusione sociale in Italia: fenomeni diffusi, soprattutto nel Mezzogiorno
In Italia la povertà assume caratteristiche differenti in base alla territorialità: circa la metà della popolazione che risiede nel Mezzogiorno è a rischio povertà ed esclusione sociale; nel Nord Italia, il 18,8% della popolazione affronta tale condizione. La povertà, in Italia ma non solo, non è una condizione che grava esclusivamente sugli adulti del nostro Paese (4,8% over 65 anni), bensì tocca una fascia d’età molto più bassa, che riguarda i giovani sotto i 17 anni d’età, i quali rappresentano l’11,4%; questi due gruppi di individui si trovano in povertà assoluta. Secondo l’Eurostat le persone a rischio di povertà e/o esclusione sociale sono cresciute da 15 milioni nel 2008, fino a raggiungere la soglia dei 17,4 milioni nel 2015. La percentuale più alta di persone a rischio di povertà è stata raggiunta nel 2012: 29,9%; percentuale che è diminuita negli anni successivi, toccando il 28,7% nel 2015. Dal 2016 in poi è possibile osservare una tendenza positiva, dovuta alla diminuzione sia della greve deprivazione materiale, sia delle persone che vivevano in abitazioni con problemi strutturali. Nel 2019 diminuisce l’incidenza della povertà assoluta, anche se il numero di individui a rischio povertà è circa 4,6 milioni; successivamente, la Pandemia che si è diffusa nel 2020 ha avuto un impatto importante e notevole su quella che è la povertà nel nostro Paese.
Il Reddito di Inclusione (REI), presente a partire dal 2018, è una misura di contrasto alla povertà; tale misura avrebbe potuto consentire il raggiungimento del Target 1.2. Per contrastare la crisi, il governo ha istituito aiuti economici a numerose categorie; i decreti governativi degli ultimi mesi, hanno avuto un grade impatto sul Primo Obiettivo dell’Agenda 2030. Nel Decreto ‘’Cura Italia’’, ad esempio si vede l’introduzione di congedi e indennità per lavoratori, sia autonomi che dipendenti, colpiti dell’emergenza sanitaria. Nel Decreto ‘’Rilancio’’, si segnala l’introduzione del Reddito di emergenza (REM), destinato a soggetti che non si avvalgono di altri ammortizzatori sociali. Nel quadro di questo obiettivo strategico, gli obiettivi nazionali aspirano a ridurre tutte le possibili sfumature di povertà:
- La povertà economica;
- La deprivazione alimentare e materiale;
- Alloggi inadeguati,
- Attenzione alle famiglie e agli individui che vivono in condizioni estreme.
E per quel che riguarda l’Europa? A che punto siamo?
Come è possibile notare dal Report Asvis 2020 vi è un andamento negativo dal 2010 al 2014, anno in cui raggiunge il livello più basso di tutto il periodo considerato. A partire dal 2015 l’indice migliora costantemente fino al 2018, grazie a un più favorevole andamento di tutti gli indicatori elementari. Per il Goal 1 la differenza tra l’indicatore composito relativo al best performer (Repubblica Ceca) e il Paese che compare in fondo alla classifica (Grecia) è pari a 22 punti. Il Lussemburgo si distingue per un netto peggioramento del valore dell’indice composito tra il 2010 e il 2018, dovuto all’aumento della bassa intensità lavorativa e della quota di occupati a rischio di povertà. L’Italia, che presenta un valore dell’indice composito ancora inferiore a quello del 2010, si colloca nettamente al di sotto della media europea. In termini di “influenza”, la quota di persone che vivono in abitazioni con problemi strutturali e/o di umidità e il rischio di povertà per gli occupati hanno una maggiore rilevanza nel determinare le differenze tra i Paesi.
Il Secondo Obiettivo vede al suo interno la presenza di diversi targets, tra cui:
2.1 Entro il 2030, eliminare la fame e assicurare a tutte le persone, in particolare i poveri e le persone in situazioni vulnerabili, tra cui i bambini, l’accesso a un’alimentazione sicura, nutriente e sufficiente per tutto l’anno.
2.4 Entro il 2030, garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e applicare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a conservare gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, alle condizioni meteorologiche estreme, alla siccità, alle inondazioni e agli altri disastri, e che migliorino progressivamente il terreno e la qualità del suolo.
2.5 Entro il 2020, assicurare la diversità genetica di semi, piante coltivate e animali da allevamento e domestici e le loro specie selvatiche affini, anche attraverso banche del seme e delle piante gestite e diversificate a livello nazionale, regionale e internazionale, e promuovere l’accesso e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e delle conoscenze tradizionali collegate, come concordato a livello internazionale.
2.c Adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime alimentari e dei loro derivati e facilitare l’accesso tempestivo alle informazioni di mercato, anche per quanto riguarda le riserve di cibo, al fine di contribuire a limitare l’estrema volatilità dei prezzi alimentari.
Ma quali sono le caratteristiche ed i traguardi riguardanti il contesto italiano?
La Legge di Bilancio 2020, approvata durante la fine del 2019, conteneva varie misure riguardati tale Obiettivo, come ad esempio l’incremento del Fondo Nazionale per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti. Sono presenti, allo stesso modo, interventi che mirano a sostenere il reddito degli operatori del settore agricolo; non scarseggiano misure volte al miglioramento della sostenibilità ambientale del settore agricolo.
Per quel che concerne l’agricoltura italiana è da sottolineare come siano stati raggiunti esiti positivi per quella che è l’eco-efficienza però, purtroppo, ancora persistono casi di sfruttamento del lavoro e l’evasione fiscale; fenomeni completamente discordanti con un concetto importante di sviluppo sostenibile che consideri anche la dimensione sociale.
Per quel che riguarda il tema della nutrizione va sottolineata la pubblicazione nell’Annuario dell’Agricoltura Italiana (curata dal CREA- Consiglio per la ricerca in agricoltura e analisi dell’economia agraria) del MAI (Mediterranean Adequacy Index), il quale fornisce una misura sintetica del grado di adesione a quella che è la Dieta Mediterranea; grazie a questo indice è stato possibile osservare che vige un’evidente e negativa omologazione dei regimi alimentari.
Il Report ASviS 2020: peggiora l’indicatore della buona alimentazione
Grazie al Report ASviS 2020 è possibile notare (Figura 1) che a seguito di un miglioramento rilevato fino al 2015, nei quattro anni successivi l’andamento dell’indicatore italiano rimane stabile. Ciò che peggiora è l’indicatore della buona alimentazione, la quale viene misurata dalla quota di popolazione che consuma abitualmente almeno quattro porzioni di frutta e/o verdura.
Occorre sottolineare, nuovamente, il Target 2.5, volto ad ‘’assicurare la diversità genetica di semi, piante coltivate e animali da allevamento e domestici e le loro specie selvatiche affini’’; il 2020 era stato fissato come data limite ma, l’Italia, non ha ancora raggiunto tale obiettivo. La Commissione europea, nel gennaio del 2019, ha sollevato delle sollecitazioni nei confronti dell’Italia.
Le distanze tra i diversi Paesi europei sono sufficientemente contenute. Si nota un grande miglioramento per la Slovenia durante il periodo che va dal 2010 al 2018, miglioramento avutosi grazie all’aumento sia della percentuale di agricoltura biologica sia del supporto governativo alla ricerca e sviluppo in agricoltura. L’Italia, notiamo, si colloca in una posizione leggermente migliore rispetto alla media europea.
È importante sottolineare come, la denutrizione, provochi quasi la metà (circa il 45%) delle morti di bambini al di sotto dei cinque anni, si parla di una media di 3,1 milioni di bambini all’anno.
Roberta Marchegiani
Fonti:
https://asvis.it/notizie-sull-alleanza/19-8100/litalia-e-il-goal-2-innovare-il-sistema-food-e-tutelare-le-fasce-deboli
https://asvis.it/notizie-sull-alleanza/19-8100/litalia-e-il-goal-2-innovare-il-sistema-food-e-tutelare-le-fasce-deboli
https://unric.org/it/obiettivo-2-porre-fine-alla-fame-raggiungere-la-sicurezza-alimentare-migliorare-la-nutrizione-e-promuovere-unagricoltura-sostenibile/
https://unric.org/it/obiettivo-1-porre-fine-ad-ogni-forma-di-poverta-nel-mondo/
http://www.obiettivo2030.it/objective-1-page-17