25 novembre – il giorno delle farfalle

Fu dietro una delle tante curve di quella impervia strada di montagna che la jeep su cui viaggiavano Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, trovò la carreggiata bloccata da un’auto.
Le sorelle si erano recate al carcere di Puerta Plata dove Manolo e Leandro, mariti di Minerva e Maria Teresa, si trovavano, trasferiti da poco dal carcere di La Victoria, dove invece scontava la pena il marito di Patria. Minerva e Maria Teresa stesse avevano conosciuto quel carcere ‘di tortura e di morte’ (così era conosciuto) per quasi otto mesi come detenute politiche; poi la condanna a cinque anni era stata tramutata in arresti domiciliari su pressione della comunità internazionale.

Las Mariposas
Col nome di battaglia di Las Mariposas (le Farfalle) militavano in una cellula clandestina del ‘Movimento 14 giugno’, fondato da Minerva e Manolo stessi. Il movimento rivoluzionario in opposizione al regime del dittatore Rafael Trujillo, che dal 1930 reggeva il paese con pugno di ferro, si era diffuso rapidamente in tutto il territorio dominicano. Ma all’inizio del 1960 la loro cellula era stata scoperta e smantellata alle soglie di un’azione importante.
Il trasferimento a Puerta Plata in quel carcere così lontano, di cui erano venute a conoscenza andando a ritirare i permessi di visita al posto di polizia, era stato una sorpresa. La sorpresa poi si era tramutata in inquietudine, ma ugualmente non avrebbero mai rinunciato alla consueta visita da tutti così attesa. Gli ultimi incontri erano stati struggenti, gli uomini avevano espresso tanto pessimismo sulla loro sorte.
Anche per quel viaggio avevano affittato la jeep, fatto consueto e necessario da quando insieme ai loro beni erano state sequestrate anche le loro automobili; ad accompagnarle era sempre lo stesso autista, Rufino de La Cruz, non tutti erano disposti a trasportare un carico così ‘pericoloso’.
Dedè, la sorella non coinvolta nella loro attività politica, quel giorno, in preda alla paura, quasi si era aggrappata all’auto per impedire loro di partire, ma alla fine era stata costretta a desistere. Dietro quella curva c’erano ad attenderle gli uomini del famigerato SIM, Servicio de Intelligencia Militar, soprannominati dalla popolazione ‘callies’, teppisti.
Poco tempo prima, durante un ricevimento, Trujillo aveva detto:” Gli unici due problemi sono quella dannata Chiesa e le sorelle Mirabal”. Donne che osavano opporsi al suo potere.
Quegli uomini, nascosti dietro la curva, erano lì per risolvergli uno dei due problemi.
Minerva (nata nel 1926, terza delle quattro sorelle) aveva sempre dimostrato un carattere indipendente, autonomia di pensiero e curiosità intellettuale. Era stata la prima della famiglia a maturare e manifestare fin dagli anni ‘40 un’opposizione al potere assoluto e violento del Presidente Rafael Trujillo. Appena ventenne Minerva era stata oggetto delle ‘attenzioni’ di El Jefe (il Capo, come amava essere chiamato) sempre in cerca di nuove ‘senoritas’ della buona società. Attenzioni che lei aveva con vigore e sdegno respinto, arrivando a schiaffeggiarlo in pubblico. Non solo, aveva osato anche manifestargli il suo disprezzo. Anche per questo affronto la famiglia era stata negli anni seguenti perseguitata con confische di beni e il padre incarcerato ripetutamente e pretestuosamente fino alla morte prematura. E per il timore che la violenza del Presidente si abbattesse anche sulla figlia, per molti anni i genitori avevano negato a Minerva il permesso di frequentare gli studi universitari nella capitale. Solo nel 1952, ventiseienne, aveva avuto dalla madre il permesso di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza dove aveva conseguito la agognata laurea. Ma Trujillo, ennesima rappresaglia, le aveva negato il permesso di esercitare la professione di avvocato. All’università aveva conosciuto e sposato Manolo e con lui la sua attività politica aveva fatto un salto verso la clandestinità e la lotta armata; insieme avevano fondato il ‘Movimento 14 giugno’. Avevano un bimbo e una bimba piccoli.

«Durante un’epoca di predominio dei valori tradizionalmente maschili di violenza, repressione e forza bruta, dove la dittatura non era altro se non l’iperbole del maschilismo, in questo mondo maschilista si erse Minerva per dimostrare fino a che punto ed in quale misura il femminile è una forma di dissidenza».(Dedè Mirabal). Così la ricorda e la onora la sorella superstite nelle interviste-testimonianza.
Maria Teresa era la più giovane delle sorelle (era nata nel 1935) e aveva sofferto, lei ancora piccola, per le vicissitudini della famiglia. Durante il periodo universitario aveva aderito alle idee della sorella; d’altra parte la fermezza e la coerenza con cui Minerva aveva sempre sostenuto le sue idee in famiglia e fuori erano state per lei un esempio e avevano esercitato su di lei fin dall’infanzia un certo ascendente. Aveva frequentato la facoltà di ingegneria dove aveva conseguito il titolo di agronoma. Qui aveva conosciuto e sposato Leandro, compagno di studi. Aveva una bimba di due anni.

Patria Mercedes, la maggiore delle sorelle (era nata nel 1924), si era sposata giovanissima e fino al giugno del 1959 era rimasta lontana dalle attività politiche delle sorelle. Aveva, però, concesso a Minerva di svolgere riunioni con la cellula clandestina che dirigeva in un capanno situato in una delle proprietà che lei e il marito possedevano. Riunioni dalle quali in tutti i modi aveva tentato di tenere lontano il primo figlio diciassettenne. Poi la violenza micidiale del regime nei confronti di giovani oppositori a cui le capitò di assistere, l’aveva toccata e portata a condividere le ragioni dell’opposizione. E lei così religiosa aveva partecipato alle forme di opposizione di quella ‘dannata Chiesa’. Le costarono la perdita della casa, di tutti i terreni, l’arresto del figlio e del marito. L’ultimo figlio, che aveva avuto solo pochi mesi prima, lo aveva chiamato Raùl Ernesto. La rivoluzione cubana, vittoriosa, aveva acceso le speranze della liberazione dalla dittatura anche di Santo Domingo.

25 novembre 1960

Gli uomini del SIM bloccarono l’auto, fecero scendere tutti gli occupanti, trasferirono le tre sorelle e l’autista in un luogo appartato, una piantagione di canna da zucchero e, dopo averli seviziati, uccisero tutti a bastonate. Poi caricarono i cadaveri ai loro posti sull’auto che spinsero giù in un burrone per simulare un incidente. Era il 25 novembre 1960.
La notizia della morte de Las Mariposas si propagò velocemente per il paese e la messinscena dell’incidente fu vista come tale: una messinscena. Mentre quelle uccisioni e la loro efferatezza scossero molte coscienze. A chi ai tempi dell’università le raccomandava più prudenza nelle sue esternazioni politiche Minerva aveva detto riferendosi al dittatore: ’Se mi ammazza tirerò fuori le braccia dalla tomba e sarò più forte’. Fu, in qualche modo, profetica perché l’indignazione per l’assassinio suo e delle sorelle fu tale da minare la dittatura del Caudillo fino alla sua uccisione avvenuta nel maggio dell’anno seguente. Anche se la sua morte è il frutto di una cospirazione fra uomini del suo stesso apparato e della CIA è però il risultato della paura che l’indignazione popolare montante potesse aprire le porte ad una rivoluzione di tipo cubano. Belgica Adele, detta Dedé, visse il resto della sua esistenza a testimoniare della vita e della morte delle sorelle e allevò, insieme ai suoi, i loro figli.

di Roberta Merighi

Cosa accadde dopo?
Nel I° Incontro Internazionale Femminista tenuto in Colombia nel 1980 la rappresentanza della Repubblica Domenicana propose di dedicare il 25 novembre alla commemorazione delle sorelle Mirabal. Nel 1999 l’Assemblea Generale dell’Onu con la risoluzione 54/134 scelse questa data per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Sitografia e biliografia

Julia Alvarez,  Il tempo delle farfalle,  ed. Giunti 1997
www. enciclopedia delle donne
The Verso Book of Feminism Revolutionary Words from Four Millennia of Rebellion,   edited by Jessie
Kinding, 2020
https://www.balarm.it/news/perche-il-25-novembre-e-la-giornata-contro-la-violenza-sulle-donne-la-
storia-delle-sorelle-mirabal-121614
https://aidos.it/25-novembre-las-mariposas-giornata-internazionale-per-leliminazione-della-violenza-
contro-le-donne/

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