Incontro dei giovani costruttori di pace con Papa Francesco

Organizzato da:
Comune di Forlì in collaborazione con il Centro Pace di Forlì
Luogo:
Città del Vaticano
Data:
19 Aprile 2024 - 00:00

VISITA A PAPA FRANCESCO, VENERDI 19 APRILE 2024

La visita, organizzata a livello nazionale dagli Enti Locali per la Pace, dalla Fondazione Assisi-Perugia e dalla Rete nazionale delle “Scuole per la Pace”, a livello locale è stata preparata dal Comune di Forlì in collaborazione con il Centro Pace di Forlì. Dati i tempi ristretti di organizzazione siamo riusciti a coinvolgere solo due istituti scolastici: le Scuole La Nave e la scuola don Oreste Benzi di Forlì. Hanno partecipato 46 persone: un nutrito gruppo di alunni delle scuole medie insieme ad alcuni docenti degli Istituti e nel pullman ha viaggiato con noi anche l’Assessore alla Pace e ai Diritti Umani Barbara Rossi.
Era la prima volta che partecipavo ad un’udienza del Pontefice a Roma nella sala Paolo VI e non nascondo che, pur non essendo credente, il momento mi ha emozionato e il discorso di Papa Francesco è stato oltre che interessante ed importante, umano e coinvolgente.
Mi preme in queste poche righe di resoconto segnalare alcune delle parti più importanti di quello che ci ha lasciato come compito ed impegno il Santo Padre.
Prima di tutto ha invitato tutti noi (c’erano più di 6.000 persone) a operare per il “cantiere del futuro” in vista del Summit del Futuro convocato dall’ONU per il prossimo settembre con la capacità di sognare in grande e di seminare semi di pace che domani potranno germogliare e portare frutto. Ha infatti spronato i presenti ad essere protagonisti e non spettatori del futuro, capaci di mettersi in rete e di non delegare altri a fare quello che possiamo fare noi, ma ad essere consapevoli che in un mondo interdipendente chiudersi nel proprio “orto” è un errore, perché dobbiamo imparare a prenderci cura gli uni degli altri e passare dall’io al noi, prendendoci a cuore il bene comune.
Ha esortato tutti ad: ”…essere svegli e non addormentati! Sì, perché lo si porta avanti [il sogno di un futuro migliore, N.d.A.] lavorando, non dormendo; camminando per le strade, non sdraiati sul divano; usando bene i mezzi informatici, non perdendo tempo sui social; e poi – ascoltate bene – questo tipo di sogno si realizza anche con la preghiera, cioè insieme con Dio, e non con le nostre sole forze”.
Il Papa ha poi indicato due parole-chiave: la pace e la cura. La pace, infatti, non è soltanto silenzio delle armi e assenza di guerra; matura in una società fondata su relazioni di cura, in cui la capacità di prestare attenzione all’altro, di ascoltarlo nei suoi bisogni fondamentali, di curare le sue ferite ci porta a creare una società inclusiva. Essere artigiani della pace e, in una società prigioniera della cultura dello scarto, essere protagonisti di inclusione.
Ha parlato dei bambini ucraini che hanno dimenticato di sorridere e dei bambini di Gaza mitragliati ed affamati. Ha chiesto di immedesimarsi nella loro condizione e di “metterli nel cuore”, chiedendolo anche per tutti i bambini che sono in situazioni di guerra e violenza.
Infine ha chiesto di adottare il motto di don Lorenzo Milani: “I care”, cioè “mi sta a cuore”, “mi interessa”. Perchè a noi deve stare sempre a cuore la sorte del nostro pianeta e dei nostri simili per costruire un futuro di pace e di bellezza per l’umanità intera.
L’umanità e l’empatia di Papa Francesco personalmente l’ho colta anche nel suo ultimo invito a “pregare per me”. Un Papa umile che sa di avere bisogno di tutti noi e della preghiera dei credenti.
Varrebbe la pena riprendere il suo discorso nelle scuole interessate con gli insegnanti e gli alunni per riflettere e cercare di rendere concrete nella quotidianità le sue parole. Per chi volesse leggere il testo originale:

https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2024/april/documents/20240419-scuole-di-pace.html

Raffaele Barbiero
per il Centro Pace di Forlì

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